Era il marzo 2020 quando, dopo un mese di occupazione ininterrotta del tetto del “Palazzo Blu” di Pontedera l'Unione Sindacale di Base, insieme alle precarie Piaggio decise di sospendere la protesta. In quei giorni la prima ondata della pandemia Covid avrebbe determinato la chiusura totale di tutte le attività. Oggi le precarie storiche della Piaggio ornano a mobilitarsi: Piaggio deve rispettare gli impegni presi.
La storia delle operaie Piaggio è una storia di discriminazione di genere e di sfruttamento. Molto spesso le due cose vanno di pari passo ma in questo caso non c'è esempio “migliore”. Dopo 15 anni di contratti a termine, promesse di stabilizzazione, lavoro duro in catena, la dirigenza Piaggio decise in maniera unilaterale di lasciarle a casa sostituendole con forza lavoro giovane e ricattabile.
Un pugno nello stomaco per queste donne abituate a dare sempre la propria disponibilità a lavorare anche se per alcuni mesi l’anno. In realtà l'obbiettivo della multinazionale, con il silenzio-assenso delle organizzazioni confederali, era quello di eliminare qualsiasi criterio nelle assunzioni a termine e interrompere una volta per tutte il percorso di stabilizzazioni. Non più un “bacino” predefinito basato sull'anzianità di servizio in modo da concedere un minimo di garanzie ai lavoratori e alle lavoratrici (limitando la precarietà e quindi il ricatto di non essere più richiamati) per poi essere assunti gradualmente a tempo indeterminato, ma un vero e proprio sistema basato sullo sfruttamento selvaggio e l'insicurezza. Un modo per dotarsi di un esercito di precari ricattabili disposti a tutto nella speranza di essere richiamati. In un contesto come questo si sviluppa il peggior clientelismo con un ritorno alle “quote” nelle assunzioni tra i vari sindacati complici.
L'occupazione del “Palazzo Blu” era servita per ottener l'apertura di un tavolo sia a livello Regionale che nazionale al Ministero del Lavoro. La dirigenza Piaggio aprì alla possibilità di una stabilizzazione dichiarando che un percorso sindacale era già stato aperto per arrivare ad una deroga ai vincoli imposti dal cosiddetto Decreto Dignità. In quel caso avrebbe proceduto alla soluzione definitiva della controversia.
Questo percorso è ormai in via di definizione e a breve arriverà la firma dell’accordo sulla deroga. Con questa intesta Piaggio ha annunciato il rinnovo di alcuni contratti a termine e la stabilizzazione di 50 lavoratori. Sul criterio di anzianità nelle assunzioni USB non cederà di un millimetro. Le prime lavoratrici che varcheranno i cancelli dello stabilimento con un contratto stabile saranno le precarie storiche licenziate dopo 15 anni. La reintroduzione di criteri certi e trasparenti sulle assunzioni non si discute. Saranno anche e soprattutto i nuovi assunti a guadagnare da tale meccanismo. Uscendo finalmente dal ricatto di non sapere se saranno richiamati o no. Servono 300 operai? I primi 300 saranno chiamati in base all'anzianità. La Piaggio deve stabilizzare 50 lavoratori? Ognuno sarà in grado di sapere quando arriverà il proprio turno.
Per questi motivi, e prendendo atto della volontà di Piaggio di non rispettare gli accordi sottoscritti anche di fronte alle istituzioni, attivisti e attiviste di USB, insieme ad una delegazione di precarie storiche, hanno deciso di mettere in campo una nuova protesta forte e determinata. Non ci fermeremo fino a quando non sarà fatta giustizia per loro e per tutti i precari “usa e getta” di oggi e di domani. Invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici, gli studenti e le studentesse dell'Istituto Sant'Anna, i soggetti sindacali e politici che nei mesi passati hanno espresso la loro solidarietà a sostenere nuovamente questa importante vertenza.
Usb Livorno e Pisa
Usb Coordinamento Piaggio