In questi mesi gli imprenditori del turismo e della ristorazione piangono lacrime di coccodrillo sostenendo che non ci sono abbastanza lavoratori per la stagione estiva. Di seguito vogliamo raccontare di una vertenza che abbiamo appena chiuso e vinto insieme a due operatori di spiaggia: non un caso isolato, ma un esempio di ciò che in questo settore è la normalità.
Due lavoratori stagionali, nostri iscritti, vincono la battaglia contro uno stabilimento balneare che li aveva assunti durante la stagione estiva 2021. L'imprenditore dovrà corrispondere loro le retribuzioni per gli straordinari, contributi e Tfr per una cifra che complessivamente supera i 15mila euro. Si è così conclusa la vertenza che si era aperta dopo la segnalazione da noi presentata. I due lavoratori avevano prestato servizio come operatori di spiaggia.
Si tratta di un risultato importante per due lavoratori che si erano visti negare i loro diritti e la giusta retribuzione per il loro lavoro. Erano stati assunti l'uno con un full time da 40 ore settimanali e l'altro con un part time da 20. Durante i mesi di giugno, luglio e agosto hanno lavorato per oltre 300 ore mensili, straordinari non corrisposti ed eccedenti il limite da contratto nazionale. Non avevano mai avuto un giorno di riposo, né gli era stata riconosciuta la malattia, inoltre non gli era stato consegnato il Tfr trattenuto in azienda.
A settembre scorso avevamo avviato le pratiche per la vertenza e mandato una segnalazione all'Ispettorato del lavoro. Vertenza che si è conclusa ieri mattina, in sede monocratica all'ITL, con il riconoscimento di fatto delle nostra ragioni e la risoluzione della controversia. Invitiamo lavoratori e lavoratrici a contattare i nostri sportelli presenti su tutto il territorio nazionale per ottenere ciò che per troppo tempo ci è stato ed è tuttora ingiustamente sottratto.
I datori, insieme a numerosi politici - dal leghista Garavaglia a Matteo Renzi - sostengono che il problema sia costituito dal Reddito di Cittadinanza. Se la matematica non è un'opinione, e l'importo medio del RdC va più o meno dai 445 euro per i monocomponenti a un massimo di 701 euro per le famiglie con quattro componenti, quanto possono bassi gli stipendi che questi datori propongono per far sì che si rinunci al lavoro in stagione?
E non si tratta solo di salari bassi per contratto, che comunque rappresentano un problema, ma anche di quante irregolarità i datori di lavoro applicano, come dimostra la vertenza appena conclusa, di quanto fuorilegge sia il trattamento riservato ai dipendenti per aggirare il contratto, ridurre la paga e rendere il lavoro ancora più usurante di quanto già non sia.
A tutti i lavoratori di turismo e ristorazione, stagionali e non, vogliamo dire una cosa: rifiutare queste condizioni è possibile!
Non soltanto rifiutando di lavorare di fronte a trattamenti indegni, ma anche prentendendo che sul lavoro siano rispettati i nostri diritti e che lo stipendio sia all'altezza della fatica fatta e del mantenimento di una vita dignitosa. Da soli, ognuno di noi fatica a farlo, ma unirsi e organizzarsi nel sindacato serve proprio a questo: difendere i nostri diritti e far pagare - letteralmente - ai datori ogni scorrettezza nei nostri confronti.
Slang-USB
Mai più sfruttamento stagionale