A gran voce i rider chiedono un contratto dignitoso con una giusta retribuzione! Prepariamo la mobilitazione e lo sciopero per lottare per questi inderogabili diritti.
La partecipatissima prima assemblea dei rider, il 5 ottobre, ci ha dimostrato come sia sempre più matura nei lavoratori la coscienza delle sempre peggiori condizioni di lavoro all'interno di una catena di sfruttamento come quella delle consegne a domicilio. Da troppo tempi i rider si ritrovano con contratti da finti autonomi, che non gli garantiscono una retribuzione dignitosa e che non gli riconoscono le effettive ore lavorative. Troppi diritti vengono negati: dalle ferie pagate a una maggiore sicurezza sul lavoro che passa dall'implemento di pause tra un certo numero di chilometri percorsi, che non dovrebbero superare un massimo giornaliero, alla richiesta che i mezzi di lavoro, dalla bicicletta al casco, non siano a carico dei lavoratori ma forniti dall'azienda stessa.
I troppi morti sul lavoro, l’ultimo Sebastian Galassi il 1° ottobre a Firenze, assurdamente e vergognosamente licenziato dopo la morte per la mancata consegna, sono lì a testimoniare come le aziende di delivery non abbiano un minimo di rispetto per i propri lavoratori, ma che perseguano, invece, il solo scopo di fomentare una letale competizione tra lavoratori, anche a costo della loro vita.
Milano, in particolare, risulta sempre la punta più avanzata di questo laboratorio di sfruttamento dove i lavori con contratti atipici sono sempre più diffusi, dal più classico settore della ristorazione a quello più recente dei grandi eventi, delle start up o delle consulenze finanziarie: tutti concorrono nell'assumere lavoratori pagandoli una miseria e spremendoli fino al midollo.
Da città industriale a città finanziaria Milano si è trasformata frammentando e flessibilizzando sempre di più il mondo del lavoro. Quello che viene fatto passare per un aspetto cool della città della moda è in realtà la nuova forma di sfruttamento e precarizzazione. I rider sono un particolare esempio di questo fenomeno: da immigrati, da persone appartenenti alla classe più povera, il cui futuro è sempre più incerto davanti all'aumento del carovita, non possono che maturare la coscienza di questo sfruttamento e, davanti a tale disgregazione, contrapporre la lotta e l'unità.
Dall'assemblea sono venute fuori chiare parole d'ordine: l'applicazione di un buon contratto con un salario dignitoso, il riconoscimento dei connessi diritti, l'obbligo da parte dell'aziende di fornire i mezzi di lavoro.Tutto ciò passa in primo luogo dall'applicazione del ccnl logistica che prevede un salario dignitoso per le ore di lavoro svolte con il riconoscimento di eventuali ore supplementari e straordinarie, la 13°, la 14°, le ferie, la malattia.
Partendo da questi punti inderogabili chiamiamo una seconda assemblea dei rider sabato 22 ottobre in piazza 24 Maggio.
Ma la lotta non si arresta: a partire da questa assemblea per continuare nella costruzione di una dura e duratura mobilitazione contro questa fabbrica di sfruttamento chiamiamo uno sciopero dei rider il 2 novembre.
Schiavi mai!
Federazione del Sociale USB Milano