Il 7 novembre scorso è scaduta la manifestazione di interesse relativa all’acquisizione di Sanac, azienda leader nella produzione di refrattario con 300 lavoratori dislocati negli stabilimenti di Massa, Vado Ligure e Gattinara.
Siamo arrivati al terzo bando di gara concluso con un nulla di fatto. Un quadro estremamente preoccupante, sia per l’occupazione e sia per la potenzialità industriale che rischia di perdersi o che nella migliore delle ipotesi vedrà l’acquisizione, fallimentare da parte dell’ennesima multinazionale.
Non è questa la soluzione occupazionale e industriale auspicata dai lavoratori Sanac. Sanac, infatti, fornisce materiale refrattario per i forni di Acciaierie d’Italia. Il rischio è di perdere centinaia di posti di lavoro e con questi anche la capacità di saper pensare e realizzare un prodotto che si è affermato nel tempo.
Chiediamo l’intervento pubblico per Sanac all’interno di una vera e autentica nazionalizzazione di Acciaierie d’Italia. È tempo che lo Stato faccia un’inversione di marcia, mandi via questa classe manageriale che ha devastato il settore dell’acciaio e si impegni per una soluzione di tutto il settore della siderurgia.
Chiediamo dunque che la vertenza Sanac venga discussa e riportata all’interno di un tavolo complessivo di Acciaierie d’Italia e dell’acciaio.
I lavoratori Sanac sono scesi in piazza il 3 dicembre nella manifestazione nazionale “Alzate i salari abbassate le armi”, nello spezzone dei lavoratori della siderurgia per reclamare il diritto al lavoro e al salario.
Sasha Colautti, Francesco Rizzo
Esecutivo Confederale USB
Roma 3 dicembre 2022