La situazione nella quale versa la Sanità toscana è preoccupante ed è evidente che ci troviamo di fronte un sistema sanitario regionale che, nel tempo, è stato coscientemente indebolito e dalle segnalazioni che arrivano quotidianamente dalle lavoratrici e dai lavoratori si trae, netta, l’impressione che le politiche sanitarie regionali, più che a sostenere, siano orientate a impedire al servizio pubblico di rispondere, con l’efficienza e la qualità necessarie al bisogno di salute della collettività, ad indebolirne e disorganizzarne i servizi, a perdere professionalità e professionisti e a creare condizioni di lavoro insopportabili.
Mancano medici e mancano infermieri – questo grazie ad una programmazione della formazione universitaria miope e politicamente colpevole – mancano operatori sociosanitari e mancano anche i tecnici sanitari ma, nonostante ci siano graduatorie aperte con tanti che aspettano solamente di essere chiamati, le assunzioni rimangono sostanzialmente bloccate e in alcune ASL non è garantito nemmeno il turnover.
Invece di assumere si preferisce spremere il poco e acciaccato personale, costringendolo a rientri continui ed a saltare i turni di riposo mentre invece quando la costrizione inizia a creare malcontento, si cerca di allettarlo e blandirlo, sfruttando i bassi stipendi, con forme di straordinario valorizzato, come ad esempio l’attività aggiuntiva. Così facendo però si innesca un cortocircuito che ha come risultato mancanza di sicurezza e inaccettabili condizioni di lavoro.
I pronto soccorso, la prima linea del servizio sanitario pubblico – che però, come si sta solo paventando in Toscana mentre in Emilia e nelle Marche il processo è già in una fase avanzata, rischiano di finire nelle mani dei privati per mancanza di personale – vedono, oltre ad un alto numero di dimissioni di personale, il più alto tasso di aggressioni, verbali o fisiche, subite dagli infermieri e dal restante personale ed in generale il 75% delle aggressioni riguarda le donne.
La soppressione e il taglio progressivi di circa 3000 posti letto, lo stato di abbandono nel quale versano territori ritenuti a torto periferici come la Val di Cornia, l’Amiata Grossetana o la Montagna pistoiese, le vergognose condizioni ambientali alle quali erano sottoposti i dipendenti dell’appalto pulizie dell’Ospedale di Livorno che solo l’intervento di USB ha risolto, la chiusura del punto nascita di Pescia, le folli liste di attesa mai recuperate e il taglio dei posti letto di cure intermedie nella ASL Centro, sono solo alcuni degli esempi che rappresentano in maniera emblematica il quadro di drammatica difficoltà nella quale versa la sanità toscana mentre, di contro, gli unici percorsi che appaiono rafforzati sono quelli che hanno portato all’affidamento al privato di ulteriori servizi e prestazioni.
Mercoledì 29 giugno USB sarà a Firenze davanti alla sede della Regione Toscana per chiedere al presidente Giani e all’assessore alla salute Bezzini lo sblocco immediato delle assunzioni, la stabilizzazione del personale precario che ne abbia maturati i requisiti e lo scorrimento delle graduatorie concorsuali tutt’ora valide.
Inoltre chiederemo risposte su come si intendano gestire le strutture territoriali previste dal PNNR alla luce della cronica mancanza di personale e alla luce del fatto che parlare di potenziamento del territorio come va di moda ora è pura malafede politica in quanto il “territorio” non potrà mai svolgere la propria funzione senza una degna rete ospedaliera, almeno quanto gli ospedali non possono funzionare senza un efficace filtro territoriale.
E infine, sempre riguardo alla drammatica carenza di personale, chiederemo al Presidente Giani, di farsi promotore presso il Governo di un’azione tesa al reintegro, se le condizioni e l’impatto sul sistema sanitario lo consentono come sembra, del personale sanitario sospeso per mancato adempimento all’obbligo vaccinale perché, pur avendo USB sempre sottolineato l’importanza del vaccino quale misura di contenimento del virus e di attenuazione dei sintomi, se i provvedimenti legislativi presi indicano un sostanziale liberi tutti e il superamento della fase emergenziale, lo sono anche i presupposti e le motivazioni a fondamento dell’obbligo vaccinale e delle sospensioni.
Invitiamo quindi alla massima partecipazione perché senza personale la sanità pubblica muore.
USB Sanità Toscana