Il numero, impressionante e crescente, di aggressioni al personale sanitario, che l’INAIL certifica in circa 2500 l‘anno (e si parla solo di quanto emerge attraverso le denunce di infortunio), è un fenomeno che sta diventando strutturale al pari degli impietosi tagli e della insostenibile carenza di personale che si continua a perpetuare da oltre 20 anni.
E’ ormai evidente, a tutti coloro che si rivolgono alla sanità pubblica, l’impossibilità di vedersi garantire cure e assistenza dignitose mentre le liste d’attesa continuano ad allungarsi e cresce a dismisura la spesa privata a carico dei cittadini.
Supera i 100 mila il numero di Infermieri necessari a coprire le sole necessità esistenti e riportarci in linea con i principali Paesi europei, mentre i corsi di laurea vanno deserti a causa della completa perdita di attrattività della professione, sempre più svilita sia dal punto di vista economico che sociale.
E proprio nella perdita della funzione sociale delle professioni sanitarie, conseguente ai continui tagli e all’impossibilità di garantire le cure, sta la causa profonda dei numerosi casi di aggressione e violenza che si consumano quotidianamente nelle strutture sanitarie. Come era ovvio che l’apparente “connessione sentimentale” sbandierata dai balconi durante la fase più acuta della pandemia si sarebbe infranta, assieme alla retorica degli eroi, nell’ulteriore peggioramento delle condizioni della sanità pubblica post-covid.
La soluzione non può essere solo l'aumento della presenza di polizia nei pronto soccorso, ipotesi ventilata da settimane e in fase di attuazione a partire da alcune regioni, anche perché sarebbe impossibile estendere questa presenza a tutti reparti e luoghi di cura.
Servono risorse vere, massicce assunzioni, aumento dell’offerta sanitaria pubblica, salari adeguati al carico e alle responsabilità richieste al personale sanitario.
Serve che la politica metta al centro delle proprie scelte la salute dei cittadini.
Solo così si può mettere fine al circolo vizioso che continua a replicare cure sempre più scadenti ai cittadini lasciando il personale sanitario in balia degli eventi.
USB Sanità