I rapporti dell’OSCE e di altri enti internazionali hanno certificato, quello che era già evidente: i salari italiani sono fermi da decenni e sono tra i più bassi in Europa.
Attualmente il salario medio di un lavoratore a tempo indeterminato è di circa 1550 €, un operaio medio al netto percepisce 1350€, una commessa di magazzino 1100€, un operatore sociosanitario 1000€.
I contratti sottoscritti da Cgil, Cisl, Uil e Ugl assieme a Confindustria, non portano veri aumenti salariali e con l’introduzione dell’indice “IPCA depurato della componente energia importata”; hanno costruito una gabbia che lascia erodere i salari dall’inflazione.
Oggi con un’inflazione che viaggia oltre il 10%, l’IPCA è stimato al 4,7%, la perdita per i salari è quindi sicura.
Un furto di migliaia di euro, un impoverimento reso palese dalla difficoltà dei lavoratori a far fronte alle spese primarie.
L’aumento di tariffe, affitti, mutui, alimenti e cure, ossia delle spese vitali, investe in maniera più forte i redditi dei lavoratori e le famiglie economicamente più fragili.
La guerra che la maggioranza dei lavoratori non vuole, è stata l’occasione sia per una colossale speculazione sui prezzi, in particolar modo dell’energia e sia per aumentare le spese militari.
Il governo Meloni come Draghi propone i bonus, operazioni demagogiche, che spacciano per aumenti, liberalità che le aziende possono decidere o meno di dare.
Occorre rompere questo sistema contrattuale che tiene bassi i salari.
La ricchezza è prodotta dai lavoratori e deve tornare a loro come salario e pieni diritti.
Scioperiamo e manifestiamo per
- aumenti salariali che superino l’inflazione reale oggi al 10%
- la reintroduzione della scala mobile
- l’introduzione del salario minimo per legge a partire da 10€ l’ora
Abbassate le armi e alzate i salari!
Unione Sindacale di Base - Lavoro Privato