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Trasporto locale

Vergognoso attacco della stampa ai lavoratori ATAC di Roma

Roma,

È ripartito, da parte della solita stampa serva dei padroni, l’attacco ai lavoratori di Atac. Il giornale Messaggero, raccogliendo dei dati dal 2016 a oggi, dati vecchi di 8 anni, cerca di mettere alla berlina i lavoratori Atac dichiarando a grossi titoli: “Licenziati 26 Fannulloni”; titoli che servono solo a far circolare tra l’utenza che usa il servizio pubblico il malcontento per i disservizi, che sfocia molto spesso in aggressioni nei confronti di lavoratori che operano tutti i giorni con impegno tra le mille difficoltà della città di Roma.

Il Messaggero avrebbe dovuto fare titoli di encomio nei confronti dei dati rilevati, considerando che Atac ha più di 10.000 dipendenti, 26 lavoratori licenziati per negligenze varie, corrispondono allo 0,25%, un dato che in qualsiasi azienda si festeggerebbe, inoltre questo 0,25% va diviso per 8 anni diventando 0,03% all’anno.

Questi articoli servono solo a screditare lavoratori che ogni giorno trasportano con professionalità milioni di passeggeri, in una città caotica come Roma, affrontando mille problematiche: dalla viabilità alle carenze dei mancati investimenti, con mezzi spesso molto vetusti.

Inoltre alcuni licenziamenti sono dovuti a scelte fatte dai lavoratori i quali, non riuscendo a sopportare i pesanti carichi di lavoro e davanti ai continui rifiuti di concessione di qualche giorno di ferie, non si presentano più al lavoro e dopo 5gg di assenza ingiustificata, ovviamente, vengono licenziati.

Il  problema, quindi, è tutt’altro rispetto a ciò che la stampa racconta chinandosi agli interessi mediatici di parte, e va affrontato al più presto per trovare una soluzione: in Italia non si trovano più conducenti o ragazzi che voglio intraprendere questo mestiere perché è mal retribuito, espone a enormi responsabilità penali e civili ed è un lavoro usurante che fa ammalare senza alcun riconoscimento delle malattie professionali…eppure di questo la stampa, Il Messaggero in modo particolare, non hanno alcuna voglia ed interesse a parlare.

Probabilmente affrontare la reale condizione degli addetti a questo servizio non favorisce le aziende private che accumulano profitto a discapito del servizio offerto all’utenza e fanno fuggire i lavoratori per il troppo sfruttamento, ricorrendo alla “stampa amica” per questioni di facciata e tentando di accaparrarsi sempre più appalti e risorse pubbliche ai danni dei lavoratori e della cittadinanza.

 

Non abbiamo bisogno di chi ci spara addosso mediaticamente

Basta con il continuo denigrare i lavoratori

 

PER UN SERVIZIO MIGLIORE ALLA CITTA’

È NECESSARIO CHE SI MIGLIORINO LE CONDIZIONI DI LAVORO

 

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