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Casa

60 autobotti in più al giorno all’interno della raffineria ENI. Dopo la strage di Calenzano le famiglie che abitano all’interno del sito industriale chiedono rassicurazioni e un incontro al prefetto

Livorno,

Poche decine di metri, un muro di cinta parzialmente divelto. È questa la distanza che separa le palazzine di Via Aurelia 2 e le pensiline di carico dei carburanti della raffineria ENI di Livorno.  Palazzine in cui vivono ancora numerose famiglie anche con figli e persone anziane.
“Dopo la strage di Calenzano”, racconta un inquilino, “abbiamo paura, ogni rumore, ogni sirena durante la notte, ci fa sobbalzare”.  
Qualche giorno fa sembra ci sia stato un piccolo passo avanti verso la consegna delle case nuove in Via Insuese. Dopo un’attesa che dura da anni e innumerevoli “imprevisti” durante questo percorso. Come Asia-Usb dopo la strage di Calenzano abbiamo effettato un’assemblea con tutti gli inquilini e ricontattato subito il Comune. Ma soprattutto abbiamo ricevuto il mandato di chiedere un incontro urgente con la Prefettura di Livorno. Già l’anno scorso si era svolta una prima riunione quando ancora il nuovo rappresentante del Governo non si era insediato.  Recentemente abbiamo letto, sugli organi di stampa, le rassicurazioni di ENI a seguito di un incontro in Prefettura ma pensiamo sia importante ed urgente che si apra un’interlocuzione anche con il comitato delle famiglie. Stessa richiesta che è stata formalizzata anche dai comitati di Piombino per quanto riguarda il tema del rigassificatore. A maggior ragione in questa fase in cui si susseguono dichiarazioni contrastanti circa la futura collocazione dell’impianto.
Siamo quindi in attesa di una convocazione da parte del Prefetto Giancarlo Dionisi.

Asia-Usb