Nella giornata di ieri si è chiuso l’accordo per il calendario delle prossime elezioni RSU.
Si voterà nella settimana di Pasqua, dal 14 al 16 aprile. Una scelta infausta, determinata dall’ormai consolidata spaccatura del tavolo sindacale nella quale il fronte del sindacato governativo, attraverso l’utilizzo di una serie di pretesti, ha cercato di rinviare il più possibile la consultazione democratica dei lavoratori e delle lavoratrici.
Per evitare il rischio di andare magari oltre l’estate o addirittura di sottrarre ai lavoratori il diritto all’esercizio democratico del voto, USB ha scelto di accettare la sfida di andare a votare nella settimana santa, consapevole dei problemi connessi a quel periodo, ma anche sicura della consapevolezza dei lavoratori pubblici dell’importanza di questo grande passaggio democratico rappresentato delle elezioni RSU.
Un passaggio ancor più determinante, perché collocato in una congiuntura storica particolarmente delicata per i lavoratori del pubblico impiego, caratterizzata da un rinnovo contrattuale che non solo è un contratto a perdere, ma segna un punto di non ritorno nella progressiva sterilizzazione della contrattazione, già pesantemente depotenziata da anni di legiferazione finalizzata alla sottrazione di contenuti a disposizione dei tavoli.
Un passaggio critico che evidentemente non è sfuggito a chi è perfettamente cosciente di essersi reso complice di un grave attacco ai dipendenti pubblici con la firma sul CCNL delle Funzioni Centrali e con quelle che si prepara ad apporre sui rinnovi degli altri comparti. Da qui, il palese tentativo di rimandare la palla più lontano possibile, magari cercando proprio di farla scomparire.
Invece noi quella partita vogliamo giocarla tutta, fino in fondo, perché sappiamo che in gioco, stavolta più delle altre, c’è il futuro dei lavoratori e delle lavoratrici del settore pubblico, nonché della stessa Pubblica Amministrazione, messa di nuovo nel mirino di un piano del Governo Meloni fatto di tagli e riduzioni dei servizi.
La giocheremo all’attacco, con tutte le nostre forze, convinti che la necessità del rafforzamento di un’alternativa sindacale sia resa ormai indifferibile dalla manifestazione chiara ed inequivocabile di un pericoloso fronte delle corporazioni.