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CHE VINCA IL NO! IL GOVERNO SMETTA DI FARE IL TIFOSO DI MARCHIONNE E SI NAZIONALIZZI LA FIAT

Nazionale,

Mancano poche ore all’avvio delle operazioni referendarie alle carrozzerie Fiat di Mirafiori e molti cominciano a temere la vittoria del no.

Lo temono i padroni, Marchionne in testa, il governo, Sacconi fra tutti, lo temono soprattutto Angeletti e Bonanni  – che degli altri due commensali non ci interessa sapere – che rischiano davvero grosso.

Non è detto che accada, le pressioni sui lavoratori di Mirafiori in queste ore sono enormi, dai talk show di tutte le reti alle segreterie praticamente di tutti i partiti di centro destra e centro sinistra, con l’ineffabile PD solerte nel dire che bisogna rispettare il responso di un referendum che tutto si può dire meno che si svolga in un clima sereno in cui ciascuno può semplicemente esprimere la propria idea senza prefigurarsi scenari apocalittici.


Tutti si chiedono cosa succederà se vince il no, perché tutti sanno già cosa succederà se vince il si. Cioè succederà che gli operai della FIAT saranno i primi a sperimentare la dottrina Marchionne/Sacconi, succederà una forte involuzione delle relazioni sindacali ma, soprattutto, succederà  quello che tutti sanno già da tempo, cioè che comunque la FIAT disinvestirà dall’Italia perché il suo core business, da molto tempo, non è più, almeno nel nostro paese, la produzione di auto ma la finanza e la speculazione. Intanto a nessuno è dato sapere dove, quando e come Marchionne tirerebbe fuori i denari promessi per investire in Italia.

Ma se questo è probabilmente lo scenario futuro che si realizzerà a prescindere, allora bisogna evitare un’altra Alitalia!

Bisogna che i lavoratori e i cittadini italiani si tengano la Fiat, soprattutto perché questa è stata lautamente finanziata, per decenni, con i soldi pubblici – addirittura non c’è traccia del pagamento di quanto dovuto da parte di Fiat per l’acquisto dell’Alfa Romeo! – e quindi la FIAT E’ NOSTRA!

E allora se vince il NO, o se il NO ottiene un risultato così importante da far confermare a Marchionne l’intenzione di andarsene dall’Italia, allora intervenga lo STATO, attraverso il suo governo in carica, i cui ministri dovrebbero smettere di tifare così spudoratamente per la dottrina Marchionne, e nazionalizzi la FIAT.

Si dimettano Angeletti e Bonanni e si arrivi al più presto ad una democratica legge sulla rappresentanza che impedisca da oggi in poi ai padroni di scegliersi le controparti di proprio gradimento e che garantisca, finalmente, il pluralismo sindacale e la democrazia nei luoghi di lavoro.

Per questo noi lavoriamo alla vittoria dei NO!