Senza risorse aggiuntive sarà realizzata un’integrazione degli uffici, delle competenze, dei carichi di lavoro, ma sarà impossibile realizzare l’integrazione economica delle retribuzioni dei lavoratori provenienti dai diversi enti. Lo abbiamo affermato sin dall’inizio di questo processo, denunciando una realtà in cui a pagare il prezzo dell’integrazione sarebbero stati i lavoratori e chiedendo adeguate risorse per parificare le retribuzioni. I prospetti sui dati del salario accessorio consegnatici ieri dall’amministrazione ci hanno fornito un’ulteriore conferma.
Riservandoci di approfondire i documenti, abbiamo ribadito alcuni concetti generali in merito alla contrattazione integrativa 2013-2014:
- necessità di semplificare e uniformare le retribuzioni (solo all’INPS ci sono 21 diverse retribuzioni accessorie per il livello economico C3);
- procedere già da dicembre 2013 a ricomporre le voci ricorrenti del salario accessorio in un’unica voce mensile legata alla professionalità, graduando gli importi in modo da accorciare la forbice retributiva tra i livelli economici più bassi (aree A e B) e quelli più alti (area C). A tale scopo non va bene la proposta presentata dall’amministrazione, che applica pedissequamente l’Art. 23 dell’INPDAP, poiché scaverebbe un solco ancora più profondo tra le diverse retribuzioni. Abbiamo chiesto continuità con quanto finora fatto all’INPS, con il duplice scopo di rispondere, anche se sempre parzialmente, al problema del mansionismo, e di togliere peso agli incentivi, stabilizzando mensilmente una quota consistente di salario accessorio;
- erogare l’incentivo con un unico parametro per tutti, non assegnando a tale istituto il compito di riequilibrare le retribuzioni complessive;
- riattivare da dicembre 2014 i passaggi economici e dal 2015 anche quelli da un’area all’altra.
Per realizzare tali obbiettivi senza chiedere un bagno di sangue alle retribuzioni dei lavoratori, costretti dalle norme ad un’integrazione funzionale e professionale, occorrono risorse aggiuntive. Per questo c’è bisogno che sia coinvolto l’Organo di governo dell’Istituto, che ha dimostrato in queste prime settimane di lavoro grande attenzione al futuro dell’INPS e particolare sensibilità nel trattare le questioni riguardanti il personale.
Abbiamo chiesto alla delegazione di parte pubblica di riferire al Commissario straordinario la richiesta di uno specifico incontro sui contratti integrativi e sul tema delle risorse legate al processo d’integrazione.
Da parte di altre organizzazioni sindacali, in particolare CISL e UIL, si è invece pronti a firmare un contratto integrativo che ricalchi nella sostanza l’accordo 2012, lasciando invariate le differenze stipendiali e le diverse voci della retribuzione del salario accessorio, con l’obbiettivo di conservare l’esistente. Ovviamente nulla si è detto su un processo d’integrazione che invece va avanti indipendentemente dagli esiti della contrattazione!!!
Molto dipende da voi. Se continuerete ad accettare senza reagire l’imposizione di un’integrazione lavorativa che non concede nulla sul piano economico, subendo il ricatto dell’accontentiamoci perché potrebbe andare peggio e ci potrebbero togliere l’incentivo, allora sarà difficile per noi continuare a battere i pugni sul tavolo per ottenere risorse aggiuntive, e che si cominci almeno a riportare nel Fondo i 28 mln di straordinario, mettendoli a disposizione della contrattazione, oltre ad addebitare all’amministrazione quantomeno una parte delle posizioni organizzative.
Spesso vi mettiamo a disposizione gli strumenti per reagire, ma solo una parte di voi li utilizza e ci sostiene. Così non può continuare, perché così non fate che rafforzare chi ha permesso che negli anni peggiorassero le vostre condizioni di lavoro e le vostre retribuzioni. Se ancora una volta sperate che poi tutto si aggiusti, che una soluzione sarà comunque trovata, vi sbagliate di grosso e vi rendete responsabili di un epilogo negativo che difficilmente potrà essere recuperato.
Il vostro potere contrattuale è ancora forte, se solo aveste coscienza di rappresentare una forza se tutti uniti nel raggiungimento di un obbiettivo condiviso. Questa volta non abbiamo assemblee o scioperi da proporvi. Questa volta tocca a voi stabilire se e come far sentire la vostra voce. Noi, lo sapete benissimo, ci siamo e ci saremo, ma in che modo e con quale forza questo dipende molto da voi.
P.S. – In un successivo comunicato affronteremo altri temi discussi nella riunione di ieri su nostra sollecitazione.