Giovedì 29 aprile l’Unione Sindacale di Base sarà nelle piazze di 10 regioni italiane per chiedere l’immediata applicazione dei Decreti Legge 34 e 130 e per gridare basta con le stragi di migranti che proseguono nel Mediterraneo nella più totale indifferenza del governo italiano e dell’Unione Europea, preoccupati unicamente di schierarsi dalla parte di schiavisti e caporali.
Stragi non soltanto in mare ma anche sulla terraferma, dove i migranti – convinti di aver raggiunto una destinazione sicura – si scontrano invece con una realtà di sfruttamento e di miseria, confinati come sono nel limbo dei senza diritto.
Come è accaduto martedì pomeriggio nelle campagne del Ragusano, dove hanno perso la vita in un incidente stradale Konate Saidou, 23 anni, dal Senegal; Barry Modou, detto Momo, 24 anni e Ceesay Lamin, 23 anni, entrambi del Gambia; e Dallo Thierno Souleymane, 41anni, della Guinea. Viaggiavano su una vecchia Ford che si è scontrata con un furgone sulla provinciale tra Comiso e Santa Croce Camerina.
Migranti ospiti da anni del Cas di Comiso, che si mantenevano facendo i braccianti e gli ambulanti, in attesa della regolarizzazione. La morte è arrivata prima che riuscissero ad affrancarsi dalle tenaglie inumane delle istituzioni italiane. Perché il governo Draghi, in perfetta continuità con quelli di Conte, Gentiloni, Renzi, Letta, Monti e Berlusconi, affronta l’incessante migrazione dall’Africa verso l’Italia e l’Europa come un problema di sicurezza nazionale, quindi come un pericolo da azzerare, nemici da respingere, da confinare in un’esistenza sospesa.
Quattro cadaveri che si sommano, solo nell’ultima settimana, agli oltre 130 morti nel Mediterraneo, ai migranti feriti a colpi di arma da fuoco e agli incendi nei ghetti del Foggiano. Il tutto nel più vergognoso comportamento di un governo che, raggiunta l’unanimità politica, ha definitivamente derubricato i lavoratori migranti a casta inferiore non degna di diritti.
La cosa più assurda è che i provvedimenti per riparare ai danni fatti da Salvini sono stati i decreti “Bellanova” e “Lamorgese”, che si sono rivelati decreti truffa: a un anno dalla loro approvazione più di 200.00 lavoratori (esattamente 207.542), dopo aver versato al posto dei datori di lavoro oltre 600 euro a testa (per un totale di quasi 125 milioni finiti nelle casse dello Stato), si ritrovano ancora nella stessa condizione ante-decreti.
In aperto contrasto con il decreto “Lamorgese”, che teoricamente permette un ritorno alla legalità parziale di buona parte delle vittime dei decreti Salvini, una circolare del Ministero dell’Interno stesso ostacola inoltre la presentazione delle domande, impedendo nuovamente a centinaia di migliaia di lavoratori di riemerge dalla illegalità, dallo sfruttamento e dal lavoro nero.
Alla farsa della sanatoria e della regolarizzazione, ora aggiungiamo il mancato rinnovo della proroga dei permessi di soggiorno che scadranno il 30 aprile.
Dal Primo Maggio saranno così nuovamente irregolari centinaia di migliaia di lavoratori ai quali è stato negato il diritto di regolarizzarsi e di potersi giovare anche delle cure sanitarie in una situazione di emergenza pandemica.
Per rivendicare con forza il diritto e la dignità di tutti quei lavoratori oggi sfruttati e ricattati, giovedì 29 aprile saremo in piazza in 12 città italiane per ricordare al governo che siamo ancora in uno stato di diritto, dove l’applicazione delle leggi deve essere quantomeno garantita.
Lo faremo davanti alle prefetture, per commemorare le migliaia di migranti vittime della spietatezza dei governi occidentali, per chiedere la fine del regime dei decreti anti-migranti, per esigere lo sblocco delle regolarizzazioni e il varo di un nuovo piano nazionale per l’accoglienza e l’integrazione.
Gli appuntamenti del 29 aprile
Roma - piazza Santi Apostoli, ore 15
Cagliari – piazza Palazzo, ore 10
Ragusa - piazza Matteotti, ore 16.30
Reggio Calabria - piazza Italia, ore 10
Bari - piazza Prefettura, ore 10.30
Napoli - piazza del Plebiscito, ore 14
Salerno - piazza Amendola, ore 11
L’Aquila - corso Federico, ore 11
Viterbo - piazza del Comune, ore 10
Bologna - via IV Novembre 24, ore 14
Milano – corso Monforte, ore 14,30
Torino – piazza Castello, ore 10
Unione Sindacale di Base
Federazione del Sociale USB