Nazionale - martedì, 19 settembre 2023
Zero risorse per i rinnovi contrattuali -ormai scaduti da quasi due anni!- nessuna stabilizzazione dei precari, assunzioni assolutamente inadeguate rispetto ai vuoti di organico e con contratti precari, nessuna considerazione delle lavoratrici e dei lavoratori fragili della PA senza risposte circa il prossimo futuro e discriminati rispetto al settore privato.
Questa é la ricetta del Governo per la PA: ricollocare il settore pubblico sul sentiero mortifero della spending review, come si evince dalle indiscrezioni che trapelano sulla natura della imminente legge di bilancio. A questo fa da contraltare l’aumento della spesa militare a 26 miliardi (+ 1, 34 mld). A contorno, il silenzio del governo sullo stanziamento per il rinnovo dei contratti pubblici, ancora più imbarazzante con un’inflazione sopra l’8% che ha eroso il potere d’acquisto dei lavoratori.
Gli spot pubblicitari del Ministro Zangrillo sul posto figo servono esattamente a coprire con la propaganda l'ennesimo attacco che questo governo si appresta a sferrare nei confronti della pubblica amministrazione.
Ma vi é di piu: le parole del Ministro e gli atti conseguenti, vogliono segnare un cambio di passo e una accelerazione nello smantellamento delle tutele dei lavoratori e delle lavoratrici e in generale di ogni vocazione sociale di questa parte del lavoro dipendente.
Non crediamo di drammatizzare se affermiamo che si vuole pericolosamente avvicinare il nostro Paese al destino che é stato riservato ai dipendenti pubblici in Grecia.
Oggi la posta in gioco é esattamente questa e chiama alla responsabilità chiunque abbia a cuore il futuro del welfare e la difesa della funzione sociale della pubblica amministrazione.
Usb denuncia da tempo questa condizione e da tempo ha messo in campo un piano di intervento sindacale che coniuga la difesa del salario e dei diritti dei dipendenti pubblici con una visione che metta al centro un ruolo dello Stato al servizio della cittadinanza e della collettività e non del mondo della grande impresa e delle banche.
Lo sciopero generale della categoria del 17 novembre ha esattamente queste caratteristiche e questo significato.
300 euro netti mensili di aumento in busta paga, la stabilizzazione di tutti i precari, 1 milione di assunzioni stabili e un'organizzazione del lavoro che non penalizzi nessun lavoratore sono l'unica risposta possibile a chi immagina una PA dove la questione del salario é sostituita da mancette corrisposte una tantum e la stabilità lavorativa da contratti precari ammantati di propaganda della peggior specie.
Non vi sono più vie di mezzo e scorciatoie praticabili. Occorre prenderne atto.
17 novembre sciopero generale del Pubblico Impiego
- Potrebbe interessarti anche:
- Soldi per la guerra ma non per i salari, sempre più precariato col "posto figo": il 17 novembre i lavoratori pubblici allo sciopero generale!
- "Posto figo ma non fisso": l'idea di Zangrillo per il Pubblico Impiego
- Parole, parole, parole: il vuoto spinto del modello di competenze trasversali nel Pubblico Impiego
- Pubblico Impiego, no all’elemosina dell’una tantum: rinnovi contrattuali subito
ale che coniuga la difesa del salario e dei diritti dei dipendenti pubblici con una visione che metta al centro un ruolo dello Stato al servizio della cittadinanza e della collettività e non del mondo della grande impresa e delle banche.
Lo sciopero generale della categoria del 17 novembre ha esattamente queste caratteristiche e questo significato.
300 euro netti mensili di aumento in busta paga, la stabilizzazione di tutti i precari, 1 milione di assunzioni stabili e un'organizzazione del lavoro che non penalizzi nessun lavoratore sono l'unica risposta possibile a chi immagina una PA dove la questione del salario é sostituita da mancette corrisposte una tantum e la stabilità lavorativa da contratti precari ammantati di propaganda della peggior specie.
Non vi sono più vie di mezzo e scorciatoie praticabili. Occorre prenderne atto.