Gentile Rossella Orlandi,
abbiamo appreso della sua nomina a Direttore dell’Agenzia delle Entrate e vogliamo innanzi tutto congratularci con Lei per l'incarico appena ricevuto.
Ci rivolgiamo a Lei poiché riteniamo necessario, in un momento così difficile e cruciale per il nostro paese, aprire un confronto ampio sui grandi temi che interessano il nostro comparto, a maggior ragione perchè, come è noto, questo sarà un anno decisivo per il Fisco.
Siamo anche convinti che proprio in questi momenti occorra compiere scelte coraggiose orientate al rilancio dei servizi pubblici e, per quanto ci compete, al ruolo strategico del fisco.
Quelle scelte coraggiose che, lo vogliamo dire apertamente, non hanno contraddistinto la precedente gestione che, come O.S., abbiamo contrastato in tutte le sedi.
Ai blocchi dei rinnovi contrattuali che oramai si protraggono dal 2009 e al generale attacco ai servizi pubblici e ai diritti dei lavoratori accentuato, a nostro avviso, dal recente testo di riforma della P.A, si sono accompagnate, in questi anni, politiche praticate dai vertici dell’Agenzia delle Entrate che hanno tradito le legittime aspettative dei lavoratori e, più in generale, non sono andate nella direzione di rilanciare il nostro comparto. Ciò in nome di presunte compatibilità economiche ed esigenze di bilancio.
La chiusura degli uffici che sta interessando tutto il territorio con conseguente mobilità del personale, il blocco delle progressioni economiche, nonostante siano autofinanziate con i fondi aziendali di tutto il personale, l'incredibile ritardo col quale è erogato il salario accessorio nonostante l'emergenza salariale che colpisce i lavoratori, gli assurdi tetti imposti ai finanziamenti della produttività, lungi dal garantire un contenimento della spesa hanno costituito, invece, un ostacolo a corrette ed equilibrate politiche del personale.
Di contro, l'aumento delle posizioni dirigenziali apicali anche a seguito dell'incorporazione del Territorio, l'attribuzione di incarichi dirigenziali sine titulo, il recente bando di un concorso pubblico per dirigenti troppo simile ad una vera sanatoria per gli incaricati dirigenziali, l'aumento fuori da ogni reale esigenza organizzativa delle posizioni organizzative e degli incarichi di responsabilità pagate con il fondo di tutto il personale, hanno creato una corsia preferenziale per pochi a scapito della maggioranza dei lavoratori.
Tutto questo ha scavato la distanza tra il management dell'Agenzia ed i lavoratori e, più in generale, minato il rapporto tra il Fisco e la popolazione anche a causa di scelte in materia di politica fiscale non orientate ad equità e giustizia.
Lei ha affermato in una recentissima intervista che il Fisco deve essere al servizio dei cittadini e questa sua dichiarazione ci trova perfettamente d'accordo.
Ma, purtroppo, troppe volte in passato, abbiamo colto segnali di disistima proprio nei confronti di quei lavoratori che svolgono la delicata funzione di contatto diretto tra Fisco e cittadini.
Così come auspichiamo che l'attività di controllo sia decisamente orientata a colpire la vera e grande evasione in un paese nel quale è elevatissimo l'imponibile che sfugge al Fisco ed il carico fiscale grava pesantemente sui redditi da lavoro dipendente e sui pensionati.
Per fare questo occorre, però, dare segnali di discontinuità e radicale inversione di tendenza, aprendo una nuova stagione per il Fisco, orientata al potenziamento del comparto e all'investimento sul personale.
Potenziare il comparto significa, a nostro avviso, muoversi in due direzioni.
Da un lato interrompere la politica della chiusura degli uffici che costringe i lavoratori ad una mobilità onerosa e priva il territorio, e quindi i cittadini, di servizi pubblici e presidi di legalità che costituiscono la precipua attività degli operatori del Fisco.
Dall'altro avviare percorsi che consentano la riappropriazione di quelle funzioni che invece sono state esternalizzate.
In questi mesi la questione della reinternalizzazione della riscossione nelle competenze dell'Agenzia delle Entrate è finalmente oggetto di dibattito politico.
L'USB è da sempre impegnata in questa battaglia perchè riteniamo che una funzione avente carattere pubblico, quale appunto la riscossione, non può essere svolta da una s.p.a.: lo riteniamo un controsenso foriero di pericolosi effetti distorsivi.
Ma crediamo anche che lo stesso discorso debba essere esteso alle altre s.p.a alle quali sono state cedute funzioni proprie del fisco, a partire da So.Se spa.
Crediamo che sia l'Agenzia delle Entrate l'organo naturalmente deputato all'elaborazione degli studi di settore, strumento che, come è noto, ha una sua centralità nella ricerca dei fenomeni evasivi.
Sul fronte delle politiche di investimento sul personale occorre completare finalmente quei percorsi di sviluppo professionale che, ribadiamo, non comportano alcun aggravio di spesa, e consentirebbero ai lavoratori il riconoscimento di professionalità già acquisite sul campo e un ristoro economico in un periodo di profonda emergenza salariale. Alla valorizzazione delle risorse esistenti, si deve accompagnare, anche un piano straordinario di assunzioni a cominciare dall'assorbimento della graduatoria degli idonei dei concorsi.
Così come crediamo indifferibile il bando di un vero concorso pubblico per la selezione dei dirigenti che riconosca finalmente pari opportunità a tutti i partecipanti e l'archiviazione definitiva della stagione degli incarichi dirigenziali sine titulo.
Questi aspetti (reinternalizzazioni delle funzioni del fisco, completamento dei percorsi di valorizzazione del personale, nuove assunzioni e indizione di un vero concorso per la selezione dei dirigenti) costituiscono quella discontinuità necessaria per rilanciare il ruolo del fisco.
Ne va della credibilità del nostro comparto agli occhi di quelle decine di migliaia di lavoratori che quotidianamente vi prestano servizio e, più in generale, di quella cittadinanza ai quali la nostra attività si rivolge.
Su questi argomenti chiediamo che si apra al più presto un confronto al quale, come O.S., ci rendiamo da subito disponibili.
Auguri di buon lavoro