Il consiglio nazionale di USB PI, riunito a Roma il 17 maggio 2014, individua nel governo Renzi l'ennesimo governo, il terzo in tre anni, frutto del sostanziale commissariamento del nostro Paese realizzato dalla Troika attraverso gli uffici del Presidente della Repubblica Napolitano.
Sin dai primi atti questo Governo si è caratterizzato per una modalità populista aggravata dalla sostanziale e formale sospensione della relazione con i soggetti sociali portatori di pensieri diversi ed alternativi a quello della sottomissione all'Europa delle banche e dei poteri forti, a partire dai sindacati conflittuali.
La complicità con le proprie politiche e con quelle della Unione Europea, è la funzione unica che il Governo attribuisce alle organizzazioni sindacali trovando il consenso di cgil, cisl e uil.
Attraverso questa modalità, l'azione di governo sta portando gli affondi definitivi su tematiche cruciali, come con il jobs act del ministro Poletti, che è riuscito nel non facile compito di precarizzare ancora di più il mondo del lavoro nel nostro Paese.
Anche in tema di Pubblica Amministrazione, in perfetta continuità con i governi che l'hanno preceduto, il ministro Madia persevera nell'attacco al pubblico impiego a partire dal blocco del rinnovo dei contratti nazionali fino al 2020 e dalla negazione di qualsiasi prospettiva, anche minima, di stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori precari.
Di fronte a questa situazione il Consiglio Nazionale ritiene indispensabile proseguire ed intensificare la mobilitazione che in questi ultimi mesi ha visto protagonisti i lavoratori del pubblico impiego contro lo smantellamento del servizio pubblico, per il rinnovo dei contratti, per la stabilizzazione dei lavoratori precari , contro la riforma renzi, proclamando lo sciopero generale della categoria il 19 giugno. e contrapponendo alla politica dei tagli imposta dalla spending review una seria lotta alla corruzione, fiscale e contributiva, ed alla evasione fiscale.
Il Consiglio Nazionale individua nelle manifestazioni regionali lo strumento più adeguato a portare la protesta nel modo più ramificata possibile nel Paese al fine di costruire un fronte compatto di lavoratori pubblici, stabili e precari, fuori e contro i sindacati complici, in grado di opporsi in maniera organizzata alle politiche dell'Europa, del Governo Renzi, del Ministro Madia, contro il settore pubblico.