L’otto marzo pone le sue radici già agli inizi del secolo scorso, quando in più occasioni vi sono state risoluzioni e lotte avendo come principali obiettivi la parificazione dei diritti tra uomo e donna e il riconoscimento del suffragio universale. Le prime celebrazioni vere e proprie di una festa dedicata alle donne si videro nel 1909 negli Stati Uniti, nel 1911 in alcuni paesi europei e solo a partire dal 1922 in Italia.
Su questa ricorrenza vi sono vari falsi storici che distorcono i reali avvenimenti che oggi ci portano a festeggiare la giornata internazionale della donna ogni anno l’8 marzo.
Un detto dice: “…errare è umano…”. L’errore in questo caso non sta nella ricorrenza stessa, ma nella prassi quotidiana che separa un otto marzo dall’altro; infatti, a distanza di oltre un secolo pur avendo mosso passi in avanti, persistono gravi situazioni in cui i termini parità, ma soprattutto dignità, risultano svuotati del loro significato.
Concetto che si mostra ogni qualvolta una donna cade vittima di violenza sia essa fisica, psicologica, di concetto o discriminatoria. Basti pensare ai paesi ove le donne sono costrette in una condizione di servaggio, per non dire di schiavitù, da parte del potere famigliare, politico, sociale ed economico.
Situazione che non migliora per quanto riguarda l’ambito lavorativo, nel quale una naturale e splendida cosa, quale può essere una gravidanza, si tramuta in un ostacolo che porta la donna ad essere a rischio licenziamento.
L’ambiente famigliare e quello degli affetti, i quali dovrebbero garantire protezione, sicurezza e tranquillità, talvolta sono proprio quelli in cui la donna è maggiormente a rischio. Ciò è dimostrato dai fatti di cronaca che ogni giorno riempiono le pagine dei quotidiani e dei mezzi d’informazione.
La festa della donna non esprimono buoni sentimenti e frasi di circostanza, ma dovrebbe essere un continuum temporale per i restanti 364 giorni, ricordandosi che amore ed affetto si dimostrano nei comportamenti quotidiani e non con sporadiche esternazioni.
USB del Trentino augura che l’8 marzo duri l’intero anno.