Nella riunione del 6 maggio, oltre a presentare la nuova bozza di contratto integrativo 2013, l’amministrazione ha distribuito la proposta di Accordo di programma 2014-2016.
Purtroppo è andata come temevamo. L’ipotesi d’intesa si presenta come un contenitore zeppo di promesse, talune peraltro molto discutibili, senza alcun vincolo o obbligo delle parti alla loro realizzazione. Tanto fumo per continuare ad annebbiare la testa dei lavoratori. Ma andiamo con ordine.
Nel testo troviamo i due punti principali da noi indicati: unificazione delle retribuzioni dei lavoratori provenienti dai diversi enti e ripresa dei passaggi, ma la loro realizzazione è legata unicamente al reperimento di ulteriori risparmi di spesa in aggiunta a quelli già chiesti all’ente. E se non si trovassero tali risorse? Noi abbiamo indicato una via alternativa, composta dalle risorse dello straordinario (28 milioni di euro) che abbiamo chiesto tornino a disposizione della contrattazione integrativa e l’addebito al bilancio di ente del costo delle posizioni organizzative (22 milioni di euro). Di questo non c’è traccia nell’accordo, come non sono indicate le tappe di realizzazione degli obbiettivi fissati. C’è un generico richiamo al triennio 2014-2016 e alla decorrenza dei passaggi al 1° gennaio di ogni anno. E’ assolutamente insufficiente. Bisogna inchiodare l’amministrazione a tempi concordati e vincolare il processo d’integrazione e la realizzazione del Piano industriale al rispetto degli impegni assunti con l’Accordo di programma, altrimenti siamo di fronte all’ennesima presa per i fondelli nei confronti dei lavoratori, a cominciare da quelli delle Aree A e B che con tanta solerzia e attenzione vengono citati nell’accordo.
Oltre ai due punti richiamati in precedenza, l’ipotesi di Accordo di programma mette in fila una serie di argomenti sui quali ci sarebbe l’impegno a definire successivi, specifici accordi:
- TELELAVORO;
- MOBILITA’ VERSO LE SEDI PROVINCIALI E REGIONALI;
- PIANIFICAZIONE E CONTROLLO DELLA PRODUZIONE;
- ATTIVITA’ DI CONTENZIOSO E INVALIDITA’ CIVILE;
- GEOMETRI E PERITI INDUSTRIALI;
- RESPONSABILI DELLA SICUREZZA;
- RIVISITAZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE.
Diversi di questi argomenti si trascinano da anni e inserirli nuovamente in un Accordo di programma ha il sapore della beffa. L’amministrazione convochi i sindacati sulla base di una proposta, ci si confronti e si raggiunga un accordo. Che senso ha continuare a fare l’elenco della spesa se poi non si arriva mai al risultato? Si vuole ancora una volta gettare fumo in faccia ai lavoratori? E quanto sono disposti ancora ad aspettare, questi lavoratori, prima di perdere la pazienza e ribellarsi al sistema di connivenza tra amministrazione e CGIL-CISL-UIL, che permette di continuare ad aumentare i carichi di lavoro, le competenze, gli obblighi, senza restituire in cambio crescita economica e professionale? Quanto sono disposti ancora a tollerare, questi lavoratori, una politica clientelare messa in atto da una dirigenza asservita alle cricche sindacali e politiche, che si traduce anche in una diversa distribuzione del lavoro a seconda dell’appartenenza sindacale? Ma che schifo di mondezza di posti di lavoro vogliono continuare a costruire questi piccoli dittatorelli da strapazzo? E perché i dirigenti bravi ed onesti, perché ce ne sono anche all’INPS, non hanno uno scatto d’orgoglio e non escono allo scoperto?
Chiudiamo con due punti dell’Accordo di programma che proprio non ci vanno giù:
- l’estensione dei profili specialistici all’Area B, con particolare riferimento al profilo informatico. Una bestemmia!!! A parte che tale eventualità non è prevista dal contratto collettivo, che riserva i profili specialistici all’Area C, ma è anche in contrasto con la necessità, che dovrebbe essere sentita da tutte le organizzazioni sindacali, di andare verso una ricomposizione dello sventagliamento delle retribuzioni e quindi verso la costruzione dell’area unica C che permetterebbe di superare gli attuali problemi di mansionismo. Ed è “strano” che tra i più accaniti sostenitori dell’apertura all’area B dei profili specialistici ci sia la CGIL, perché in tal modo si lascerebbero ancora di più le briglie sciolte all’amministrazione per poter utilizzare il personale come meglio crede, rafforzando lo sfruttamento dei lavoratori delle Aree A e B. Se poi il problema è come gestire l’atipica situazione delle poche unità di personale informatico di area B provenienti da INPDAP e ENPALS, allora affrontiamo in modo specifico il problema, senza penalizzare i lavoratori, in attesa che si riavviino le selezioni per il passaggio all’area superiore.
- Assegnare il 20% della produttività a progetti locali. Su questo punto siamo contrari perché sulla produttività non c’è trattativa a livello nazionale figuriamoci a livello territoriale! Perché dare uno strumento in più in mano ai dirigenti per poter magari dividere ulteriormente il personale?
In conclusione, anche l’Accordo di programma, così come il contratto integrativo 2013, non ci piace affatto ed a nostro parere è completamente da riscrivere, inserendo impegni certi ed esigibili. Le indicazioni le abbiamo date più volte in modo chiaro ed inequivocabile, ma l’amministrazione evidentemente è più interessata a seguire la ritrovata unità di CGIL-CISL-UIL che a costruire accordi seri e ad attuare una politica del personale che abbia regole chiare e trasparenti. Ma noi non ci arrendiamo e speriamo non lo facciano nemmeno i lavoratori.
Aderente
alla FSM