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NIENTE 80 EURO A MAGGIO PER I DIPENDENTI INPS, A GIUGNO LI AVRA' SOLO IL 10% DEL PERSONALE

Nazionale,

USB: SCIOPERO GENERALE IL 19 GIUGNO PER CONTRATTI- ASSUNZIONI-SERVIZI Comunicato n. 37/14

L’ente a cui è stata affidata la gestione degli 80euro anche per disoccupati, cassintegrati ecc., a maggio non erogherà ai propri dipendenti l’aumento elettorale promesso da Renzi.

I primi soldi arriveranno con lo stipendio di giugno e saranno sempre 640euro annui spalmati a questo punto su sette mesi (importo max. 91euro al mese).

Da calcoli approssimativi che abbiamo fatto, solo il 10% del personale INPS percepirà il compenso (circa 3.000 dipendenti) e non tutti, ovviamente, per intero, ma in misura graduata secondo le fasce di reddito complessivo che, lo ricordiamo, vanno da 8.000euro a 26.000euro.

Si può forse parlare di aumento contrattuale, come hanno fatto il Presidente Renzi e il Ministro Madia, a fronte di una misura di sgravio fiscale che interessa solo una minima parte di lavoratori? Per giunta è un compenso forfetario che non va sulla tredicesima, al contrario dei veri aumenti contrattuali. Se l’importo complessivo dovesse essere confermato anche per il prossimo anno, spalmato su dodici mensilità produrrebbe un compenso mensile massimo di 53euro!!! Renzi ha affermato che nessun governo e nessun sindacato è mai riuscito a dare tanto ai lavoratori. Bontà sua, ha un modo del tutto personale d’intendere e di calcolare gli aumenti contrattuali.

E’ palese quanto sia propagandistica tale misura e come non risolva affatto la grave questione relativa al mancato rinnovo del contratto, che rischia di rimanere bloccato per tutti fino al 2020!!!

E’ necessaria una risposta forte, adeguata alla drammaticità dell’aggressione che continua nei confronti della pubblica amministrazione e che oggi ha le sembianze sorridenti e ammiccanti di Renzi e rinascimentali del Ministro Madia. Dietro quei volti apparentemente rassicuranti si nasconde ancora una volta la politica della Troika, dei grandi interessi finanziari internazionali, che hanno come obiettivo la distruzione dello Stato sociale.

Il 19 giugno partecipiamo tutte e tutti allo SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPEGO proclamato dalla USB per:
-    IL RINNOVO IMMEDIATO DEI CONTRATTI;
-    LA STABILIZZAZIONE DEI PRECARI E NUOVE ASSUNZIONI;
-    LA REINTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI;
-    IL RIPRISTINO DEI SERVIZI SOPPRESSI O PRIVATIZZATI.

Lo sciopero costa, ma costa ancora di più non lottare, pensando di limitare i danni continuando a delegare a CGIL-CISL-UIL la propria rappresentanza. Riappropriamoci in prima persona del diritto di rappresentanza diffidando Renzi dall’utilizzo improprio e inopportuno di termini nobili come “rivoluzione”, perché a nessuno deve essere permesso di banalizzare un concetto così profondo e radicato nella storia per becere finalità propagandistiche.

Il 19 giugno andiamo tutti in piazza. Chiudiamo le sedi dell’INPS in tutt’Italia, dal nord al sud. Riempiamo le manifestazioni che si svolgeranno in ogni capoluogo di regione proprio per favorire la più ampia partecipazione. Mandiamo un messaggio di forza e di consapevolezza al Presidente Renzi e al Ministro Madia.

Le lavoratrici e i lavoratori dell’INPS ci sono, sempre lì in prima fila innanzitutto per difendere e rilanciare lo Stato sociale e la funzione essenziale dell’ente di previdenza, prima ancora che a rivendicare i propri diritti al rinnovo del contratto, alla difesa del reddito, alle possibilità di sviluppo professionale ed economico.