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L'INPS SCUOTE IL GOVERNO SULLE ASSUNZIONI, A RISCHIO LE PRESTAZIONI

Nazionale,

Comunicato n. 42/14

Finalmente l’Inps si decide a porre con decisione al governo l’esigenza di nuove assunzioni per evitare gravi ritardi nell’erogazione delle prestazioni. L’allarme, contenuto nel Piano industriale triennale dell’ente, è stato rilanciato ieri da diverse testate giornalistiche nazionali.

Le richieste avanzate a più riprese dalla USB, a cominciare dal pieno utilizzo delle graduatorie ancora valide dei concorsi pubblici espletati e dalla conferma del personale in comando presso l’Inps, trovano ora puntuale riscontro nell’allarme lanciato dai vertici dell’Istituto. E’ necessario, tuttavia, agire con tempestività e decisione.

Alla richiesta di assunzioni andrebbe tuttavia aggiunta quella di adeguate risorse economiche per finanziare il processo d’integrazione del personale degli enti soppressi Inpdap e Enpals con quello Inps, altrimenti permarrebbero insostenibili e ingiustificabili differenze stipendiali.

Negli ultimi dodici anni, tra il 2002 e il 2014, il personale in forza all’Inps (eccetto Inpdap e Enpals), è diminuito da 33.000 a 23.000, compreso l’assorbimento di Inpdai e Ipost, mentre l’organico teorico ha subito un taglio ancora più pesante.

Tornare ad assumere è indispensabile. Tornare ad investire sull’Inps è necessario, per assicurare ai cittadini un pezzo fondamentale di welfare. Altrettanto importante è rimettere mano alle norme sulla previdenza sociale pubblica, per assicurare in futuro una pensione dignitosa ed evitare che l’Inps si trasformi in un ente esclusivamente assistenziale, erogatore di soli assegni sociali.

Nello sciopero generale del 19 giugno ci sono anche questi temi, insieme alla rivendicazione del rinnovo del contratto collettivo scaduto nel 2009 e alla bocciatura della Riforma della pubblica amministrazione, appena varata dal governo Renzi, che prevede la mobilità obbligatoria a 50 chilometri di distanza e il demansionamento in caso di esuberi.

Le lavoratrici e i lavoratori dell’Inps devono continuare ad essere in prima fila nella difesa delle funzioni dell’ente e nella rivendicazione dei propri diritti. Allo sciopero possono partecipare anche dirigenti, professionisti e medici, grazie all’adesione dell’ANMI-FeMEPA all’iniziativa di protesta.