Così come auspicato, la politica, o almeno una parte della politica cittadina di Reggio Calabria, ha ritenuto di confrontarsi sulle nostre proposte in merito alla situazione in cui è precipitata la società ATAM S.p.a.
Ieri sera, nella sede della Federazione provinciale di Reggio, che ha visto la presenza dei dirigenti provinciali dell’O.S, del Coordinatore nazionale USB Lavoro Privato Mario Pescatore e quella dei lavoratori impegnati nel ruolo di dirigenti RSA in ATAM, si è tenuto un incontro con il candidato a sindaco del Partito Democratico avv. Giuseppe Falcomatà, per fare il punto sulla proposta contenuta nel Piano di rientro presentato dal commissario prof. Antonino Gatto.
Nel corso del confronto si è convenuto sulla linea comune di individuare un nuovo percorso utile al fine di raggiungere l’obiettivo della salvaguardia di questo importante know-how rappresentato dall’ATAM per la città e per l’intera provincia, dei livelli occupazionali e dei livelli salariali attuali.
Tale linea comune, sposata dalle parti a confronto e ritenuta fondamentale anche per l’importanza strategica che il Trasporto pubblico e la mobilità hanno nello sviluppo del territorio, ha, altresì, riproposto la necessità di valorizzare tutte le società partecipate e/o di proprietà del Comune di Reggio Calabria come strumenti indispensabili per costruire l’ambizioso progetto della città Metropolitana.
Da sottolineare, inoltre, come il candidato a sindaco avv. Falcomatà, abbia espresso le nostre stesse perplessità sul Piano di rientro che, come già più volte evidenziato dalla scrivente, andrebbe ad incidere pesantemente sul salario dei lavoratori e, quindi, impoverirebbe ulteriormente una città che negli ultimi anni è retrocessa negli ultimissimi posti nazionali con riferimento al reddito pro capite e alla qualità della vita come rilevato da importanti istituti di ricerca nazionali.
Ulteriore critica è stata espressa nei confronti della Regione Calabria per i ritardi nell’erogazione dei crediti vantati dall’azienda e della scelta tecnocratica dei commissari al governo della città che, pur consapevoli della problema sociale che scatenerebbe il fallimento dell’ATAM, continuano a non capire che la soluzione della crisi aziendale è strettamente legata alla sua ricapitalizzazione e quindi alla riscossione di tutti i crediti vantati nei confronti dei due Enti. Un passaggio, quest’ultimo, che rappresenta il punto di partenza per iniziare un percorso virtuoso, eliminando in primis tutte la esternalizzazioni, passando ad una migliore gestione delle attività connesse, alla riqualificazione della spesa per acquisto di beni e servizi e inoltre, ovviamente, alla auspicata riorganizzazione operativa del servizio.
Tutte cose necessarie al fine di utilizzare, nel solo interesse dei cittadini, le risorse economiche disponibili quali: i corrispettivi del contratto di servizio, i ricavi da traffico e delle attività connesse.
Ovviamente, lo rimarchiamo, USB resta disponibile al confronto con tutti i soggetti interessati alla vicenda riproponendo quindi un formale invito.