Nelle settimane prefestive le Università italiane hanno visto il moltiplicarsi di iniziative di occupazione di studenti e studentesse a sostegno ed in solidarietà col popolo palestinese contro il genocidio in corso a Gaza.
Alla Sapienza, all'Università Orientale di Napoli, all'Università di Bologna, a Torino, Pisa, Firenze ed in tante altre città universitarie si sono avanzate proposte e si è stimolato il dibattito su cosa il mondo accademico può fare per porre fine al massacro: non solo cercare di favorire i canali diplomatici ed utilizzare le proprie relazioni con i partner israeliani per agevolare una tregua, ma anche interrompere le collaborazioni con enti ed istituzioni israeliane per lanciare un segnale di distanza e per dissociarsi dai crimini di guerra in atto.
Sta circolando inoltre un appello a livello nazionale, il quale ha raggiunto quasi 5 mila firme solo nel mondo accademico (tra professori, ricercatori e personale).
LINK APPELLO NAZIONALE:
L’appello è ancora aperto e firmabile. Per farlo, basta inviare una email a questo indirizzo (appellouniversitaitaliane@gmail.com), comunicando Nome, Cognome, Dipartimento e Università di afferenza.
Insomma, nonostante il clima di repressione e di censura che si respira contro chi esprime il dissenso alle scelte dell'Occidente e del Governo italiano, sono evidenti i fermenti nelle università da parte di chi non vuole essere complice ed a tutto questo non ci sta.
Come USB UNIVERSITÀ riteniamo che non si possa tergiversare, è necessario esprimersi per orientare le comunità accademiche verso un percorso che porti in modo concreto ed attivo verso la pace in Palestina, una pace che non può prescindere dalla liberazione della Palestina dall'occupazione israeliana. Bisogna denunciare il grave attacco alla vita ed ai diritti umani del popolo palestinese, vittima di una vera e propria operazione di pulizia etnica.
In particolare, oltre a chiedere lo stop ai bombardamenti ed un canale per gli aiuti umanitari, segnaliamo come molti Atenei intrattengono rapporti di collaborazione, progetti ed accordi con realtà legate al Governo di Israele e che talvolta sono anche localizzate nei territori occupati.
USB Università si unisce a chi chiede che tali accordi e collaborazioni vengano sospesi per non rendersi complici di ciò che sta avvenendo. Si tratta non solo di un'azione di boicottaggio per fare pressione sul Governo israeliano (https://bdsitalia.org/), ma anche un modo per non macchiare di sangue le nostre mani, le mani di chi lavora in Atenei che sono partner di istituti, enti, aziende ed università israeliane, che utilizzano i risultati delle ricerche (anche quelle per uso civile) a supporto del Governo israeliano nel genocidio in corso.
FUORI LE UNIVERSITA' DALLE GUERRE!
A tale proposito, come USB Università abbiamo aderito anche all'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università, che a novembre ha lanciato una petizione contro la Fondazione Med-Or del Gruppo Leonardo SpA, uno dei principali produttori ed esportatori di armi del nostro continente. Con la petizione si chiede che i 13 Rettori delle Università statali italiane e gli altri docenti universitari escano dal Comitato scientifico della Fondazione Med-Or. Si chiede inoltre che anche la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) prenda una posizione in merito (QUI I NOMI DEI RETTORI E DEI DOCENTI PRESENTI NEL COMITATO SCIENTIFICO)
Vi invitiamo pertanto a partecipare tutti, cliccando sul link di seguito, alla petizione firmandola e diffondendola attraverso i vostri canali, perché possono firmare tutti e non solo chi lavora in università.
LINK della PETIZIONE contro la Fondazione MED-OR: https://chng.it/JSHmrjNd
AUGURI PER NUOVI DIRITTI E NUOVE TUTELE!
USB P.I. UNIVERSITÀ