Apprendiamo da numerose fonti giornalistiche la notizia sulle assunzioni dei docenti; notizia che dovrebbe risultare scontata, in base a quanto disposto dal Decreto del 3 agosto 2011 che imponeva 22.000 assunzioni per l’anno scolastico 2012/13, ma che così non era visto che l’attuale governo ci ha fatto assistere di frequente all’elusione, quando non al mancato rispetto, delle regole (vedi l’appropriazione indebita delle ferie dei docenti precari).
Ancora non si sa nulla delle circa 5.000 assunzioni nel profilo ATA e ciò in quanto la spending review impone la “deportazione” di 4.624 docenti (tra inidonei e ITP) nei profili di assistente amministrativo o tecnico, pertanto non si può procedere alla spartizione territoriale del contingente prima di ultimare questa partita. Impresa ardua, visto che i tagli del 20% tra il personale ATA degli ultimi anni, non lasciano abbastanza posti per i “deportati”, anche eliminando migliaia di precari ATA storici.
Non dimentichiamo poi che il programma triennale di assunzioni, sancito nel decreto dell’agosto 2011, verrà pagato a caro prezzo dai precari che verranno assunti con un contratto differente e dovranno rinunciare ad uno scatto di anzianità.
Il ritardo con cui si giunge alle immissioni in ruolo provocherà disagi enormi sia per i docenti interessati sia per il personale degli uffici scolastici territoriali (anch’essi colpiti duramente dalla spending review) che dovranno procedere in pochissimo tempo a tutte le procedure (entro il 31 agosto).
Consideriamo poi che la spending review impone che sui posti vacanti venga prioritariamente utilizzato il personale dichiarato in esubero a causa dei pesanti tagli degli scorsi anni, pertanto sarà ancora più arduo determinare quante assunzioni e su quali posti sarà possibile operare. Ci risultano infatti nell’anno scolastico 2011/2012 oltre 10.000 docenti in esubero e comunque le tabelle in circolazione parlano di oltre 8.500 docenti in questa situazione che andranno ricollocati anche quest’anno.
Il MIUR non ha ancora firmato il Decreto ne emanato ufficialmente le tabelle con i contingenti, pertanto riteniamo serio allegare, unicamente a scopo orientativo, il testo posto alla firma e una tabella tratta da siti specializzati i cui dati, ad un nostro esame, non dovrebbero venire modificati.
INTANTO VIENE APPROVATA LA “SPENDING REVIEW”
Avevamo previsto che le notizie sulle assunzioni sarebbero state usate per dare un “contentino”, di fronte al terribile attacco inserito nella spending review, ma il governo ha pensato bene addirittura di far coincidere le date. Il 7 agosto, infatti, mentre il MIUR comunicava i dati sulle assunzioni, la Camera approvava la conversione in Legge del decreto 95/2012 che, solo per la scuola, prevede 16.000 posti in meno. Una norma che stravolgerà il volto dello Stato Sociale nel paese è stata approvata con 371 voti e la partecipazione al voto di solo i tre quarti dei deputati!!! Non pago di aver amputato la sanità pubblica e molti altri servizi ai cittadini e di aver colpito i posti di lavoro dei dipendenti pubblici, il governo ha fatto inserire anche un fondo di 4 miliardi di Euro in favore di una Banca privata. Si comprende così dove sono andati a finire gli 8 miliardi sottratti in 3 anni alla scuola pubblica; altro che pagamento del debito pubblico!
E’ poi chiaro che i lavoratori non staranno a guardare e si mobiliteranno ed ecco che, nello stesso provvedimento, compare il raddoppio delle sanzioni economiche da comminare in caso di violazione della legge antisciopero nel pubblico impiego.
Leggendo le dichiarazioni dei sindacati collaborazionisti della scuola e di tutto il pubblico impiego, apprendiamo che vengono dati “giudizi negativi” alle misure adottate e che sono pronti a mobilitarsi. Ricordiamo però bene che questi sindacati hanno firmato con il ministro Patroni Griffi il protocollo d’intesa del 3 maggio nel quale si diceva testualmente che “Gli interventi preannunciati in tema di spending review debbono rappresentare un’occasione per superare l’approccio finanziario e ragionieristico della spesa pubblica ed avviare un processo di modernizzazione dell’amministrazione pubblica attraverso un’attività di profonda razionalizzazione” e che “Le parti concordano sulla necessità dell’emanazione di un provvedimento legislativo che riguardi (…) processi di razionalizzazione delle pubbliche amministrazioni (ad esempio spending review)”. Proprio questo protocollo ha rappresentato di fatto un “via libera” al governo, fornito dai sindacati collaborazionisti, per procedere alla mutilazione dello Stato Sociale.
L’USB non ha voluto firmare il protocollo del 3 maggio e lo ha combattuto con fermezza, così come ha contrastato nelle sedi di contrattazione e nelle piazze tutto l’impianto della spending review. Aumenta ogni giorno il numero di lavoratori e di cittadini che decidono di lottare ed è con loro che continueremo la mobilitazione in difesa dei servizi essenziali per i cittadini e dei posti di lavoro.