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Industria

Cgil cisl e Uil: perdono il pelo ma non il vizio

Trento,

Pretendiamo la presentazione di una piattaforma che deve essere discussa e votata dai lavoratori e sulla quale vanno costruiti i necessari momenti di mobilitazione dei lavoratori.

Questo vecchio detto potrebbe riassumere le scelte di Cgil Cisl e Uil del Trentino. Posizioni  sempre più appiattite sulle posizioni della Provincia e/o delle contro parti padronali: che sia la potente Federazione delle cooperative, Confindustria o Asso-Artigiani poco importa.
L’importante è non essere di intralcio, anzi se possibile essere coprotagonisti delle scelte dei padroni i quali intendono – ormai in modo plateale – di usare la crisi per ridurre salario, diritti e dignità di chi lavora.

Quanto successo per il contratto del progettone e questo si profila sul settore del porfido suggella questa descrizione e conferma l’assenza di autonomia da parte della tre confederazioni sindacali.
Sul contratto del progettone abbiamo già scritto e ci stiamo organizzando per la raccolta firme con l’obiettivo di cambiare questo brutto accordo mentre nel settore del porfido Cgil e Cisl stanno costruendo una brutta copia di quanto fatto nel progettone.
Nell’assemblea del 15 luglio scorso Cgil e Cisl hanno cercato di farsi dare dai lavoratori un “mandato in bianco” per avviare una trattativa con i padroni per un accordo al ribasso motivando che questa scelta era necessaria per “evitare la disdetta del contratto” da parte del padronato locale.
Non prendiamoci in giro, aprire una trattativa su questi presupposti significa distruggere le conquiste fatte con anni di lotte sindacali per dare a questo settore una dignità contrattuale e sociale e giustamente i lavoratori si sono rifiutati di votare questa richiesta.
E’ grave che i sindacati confederali difronte a questa provocazione da parte di confindustria si limitino a gestire la politica della “riduzione del danno” anziché attivarsi per respingere – con una azione di mobilitazione generale del settore – al mittente le provocazioni del padronato locale.
Un padronato le cui scelte organizzative sono una delle principali cause della crisi del settore ora pretende di mascherare le loro responsabilità dietro la scelta di riduzione del salario e dei diritti dei lavoratori.
La paralisi sindacale nel settore porfido, voluta di Cgil e Cisl, hanno permesso che L’INPS metta in discussione il diritto alla cassa interazione invernale, mentre i lavori usuranti sono sostanzialmente rimasto lettera orta.
Ora è necessario ricostruire una opposizione a queste politiche del sindacato confederale per evitare che l’arrendevolezza di questi signori porti il settore indietro ai tempi cupi del cottimo puro e della coercizione dei diritti.
Noi invitiamo (con un volantino che sarà distribuito davanti alla mensa di Albiano) i lavoratori a non farsi prendere in giro e rivendicare un loro diritto fondamentale: Quello di essere protagonisti del loro futuro e non semplici spettatori di decisioni presi nelle segrete stanze di Confindustria.
Noi sosteniamo la proposta avanzata CPL e sottoscritta da oltre 250 lavoratori di stoppare ogni trattativa.
Pretendiamo la presentazione di una piattaforma che deve essere discussa e votata dai lavoratori e sulla quale vanno costruiti i necessari momenti di mobilitazione dei lavoratori.
Questo perché siamo convinti che il rilancio del settore non passa attraverso la riduzione dei salari e dei diritti ma attraverso una loro valorizzazione.
P USB Lavoro Privato

Ezio Casagranda