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Chiusura delle Agenzie: grave minimizzare ancora più grave sottovalutare. Una prima risposta è lo sciopero del 22 giugno!


La soppressione di due agenzie su quattro, decreta la fine del modello agenziale per come lo abbiamo conosciuto finora e assesta un colpo decisivo alla lotta all’evasione (che chiaramente non è nell’agenda politica di questo governo, come USB sostiene da tempo). Ma si tratta anche e soprattutto di un’operazione che provoca la chiusura di sedi periferiche, gli accorpamenti a livello provinciale e attraverso l’ennesimo taglio del 10% delle dotazioni organiche crea i presupposti per dichiarare gli esuberi di personale, la messa in mobilità, la cassa integrazione e infine il licenziamento.

Nessuno deve farsi illusioni: questa operazione, che apparentemente interessa “solo” l’Agenzia del Territorio e i Monopoli di Stato è destinata ad allargarsi anche alle Agenzie c.d. incorporanti. Ne è chiara dimostrazione un provvedimento direttoriale dell’Agenzia delle entrate datato 13 giugno (quindi precedente alla data del decreto) misteriosamente apparso in queste ore, con il quale si disporrebbe la chiusura di decine di uffici territoriali dell’Agenzia. Evidentemente, l’Agenzia delle entrate si appresta a fare la sua parte o si dichiara pronta a farla.

L’attacco alla macchina fiscale sta dentro il più generale attacco al mondo del lavoro pubblico: il pacchetto anti statali (messa in mobilità e licenziamento di circa 300.000 statali, cassa integrazione per gli over 60, riduzione dei buoni pasto,  blocco delle tredicesime, taglio del 5% delle retribuzioni, riduzione delle ferie) che proprio in questi giorni sta predisponendo il governo Monti, delinea una fase radicalmente nuova alla quale bisogna rispondere immediatamente con il conflitto e con la mobilitazione. Per questo abbiamo chiesto anche alle altre OO.SS. di articolare subito una risposta unitaria e forte che fosse adeguata alla gravità di questa fase. Abbiamo però preso atto che non soltanto c’è una disperata voglia di minimizzare gli effetti di queste misure, ma non c’è nessuna concreta volontà di accompagnare le parole con i fatti. E infatti nel comunicato quasi unitario di Cgil, Cisl, Uil e Salfi non vi è traccia di alcun percorso di mobilitazione e per di più c’è una pericolosa sottovalutazione dei rischi che stiamo correndo tutti.  Secondo noi questo non è proprio il momento degli esercizi di retorica o degli equilibrismi verbali; la velocità dei provvedimenti governativi lascia poco spazio a indugi o inutili tatticismi.

L’USB è in campo da tempo per rispondere allo smantellamento della macchina fiscale: lo sciopero indetto da USB e da altre forze del sindacalismo di base per l’intera giornata del 22 giugno si arricchisce, ora, nel nostro comparto, di ulteriori contenuti e motivazioni. La lotta all’evasione, la difesa dei posti di lavoro, la valorizzazione del personale entrano, ora, con ancor più forza nella giornata del 22 giugno. Ma proprio perché siamo consapevoli che lo sciopero è una tappa di un percorso che deve essere necessariamente più ampio e articolato, siamo disposti a ragionare con i lavoratori sulle ulteriori forme di lotta necessarie ed opportune per far saltare i piani di chi vuole fare cassa dismettendo i servizi pubblici.

Il settarismo non è nel nostro DNA, per cui siamo disposti a farlo anche con altre OO.SS.  Ma crediamo anche che sia rispettoso ed onesto nei confronti dei lavoratori essere chiari: l’unità si deve fare nella chiarezza dei contenuti. Minimizzare gli effetti di quello che sta accadendo anche nel nostro comparto, forse serve a non inimicarsi l’amministrazione ma certamente non è un buon servizio da rendere ai lavoratori. Questo è il momento di uscire dal torpore. Questo è il momento di una mobilitazione collettiva e di massa.

In fondo alla pagina trovi il provvedimento direttoriale dell’Agenzia delle entrate datato 13 giugno misteriosamente apparso in rete in queste ore, con il quale si disporrebbe la chiusura di decine di uffici territoriali dell’Agenzia.