E’ stato sicuramente un anno denso di avvenimenti quello ormai in dirittura d’arrivo, iniziato non proprio sotto i migliori auspici, ma con un malcelato desiderio comune: quello di buttarsi definitivamente alle spalle tutte le precedenti storie e finalmente ridare una sua dignità al tavolo regionale.
Essere comunque passati dalle aule del Tribunale del Lavoro ad una serie di trattative certo lunghe e difficili, ma inconfutabilmente vere è un dato di fatto incontrovertibile.
La successiva e vasta opera di ricostruzione da noi tanto auspicata e poi faticosamente intrapresa con la direzione regionale dopo l’avvicendamento al vertice appare oggi bene avviata, ma al tempo stesso necessita di ulteriori e indispensabili approfondimenti.
L’attività della nuova gestione nel corso del 2009 è stata focalizzata principalmente su:
FORMAZIONE – Dopo tre anni di gestione a dir poco dissennata, sono state approvate le linee di indirizzo programmatiche, da noi peraltro ratificate solo dopo le opportune modifiche ed integrazioni interamente recepite dalla delegazione trattante. In questo modo è stato raggiunto lo scopo che ci eravamo prefissati: ridare fiato alla formazione.
OPEN DAY – La prevista sperimentazione, attivata a macchia di leopardo con la nostra netta contrapposizione, è stata sconfessata a più riprese dalle innumerevoli assemblee svoltesi nell’intera regione. Alla fine si è risolta in un vero e proprio fallimento, con la sola eccezione forse del Casilino. Non era del resto difficile intuire che, soprattutto con l’organico attuale, ogni ulteriore e improvvisata apertura sarebbe poi miseramente naufragata. Ancora una questione di pura immagine dunque, per abbindolare l’utenza.
RIORGANIZZAZIONE – Si è trattato senza dubbio di una grossa apertura di credito nei confronti dell’attuale direzione regionale, ma non è stata certamente una cambiale in bianco quella siglata sull’area metropolitana. La priorità da noi perseguita, in questa delicatissima vertenza, è stata ovviamente quella di tutelare il personale, nella maniera migliore possibile, con un accordo dall’indubbio peso politico. E fissando 3 inderogabili clausole di salvaguardia, quali la completa esclusione della mobilità forzata, comunque incentivata e con i fondi derivanti dai tanto decantati “risparmi di gestione”.
EMOTICONS – Idiozia allo stato brado, già respinta unitariamente con successo nella sede del Tiburtino. Un progetto inopportuno, inutile e costoso (come parte della stessa amministrazione ha più volte a mezza bocca riconosciuto), oggi riproposto senza alcun ritegno in ben otto sedi del Lazio. Insomma, una vera e propria squallida provocazione.
E’ da qui che bisognerà ripartire il prossimo anno, consapevoli degli impegni assunti e delle reciproche responsabilità. Non resta quindi che rimboccarsi le maniche. Fin d’ora.
Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lazio