Enti Locali: ad un Contratto "elettorale" pessimo il Governo ci mette il “carico da 11” con la bozza del Decreto Brunetta
Tempi duri per i lavoratori pubblici. Peggio -come al solito- per quelli degli enti locali.
Dopo mesi di "teatrino della concertazione", a pochi giorni dalle elezioni, il 4 giugno, viene firmato uno dei più brutti e poveri contratti. Il Contratto (ricordiamo che si tratta del biennio economico) viene chiuso con l’aumento più basso della storia, 63 euro medi lordi.
Si rinviano al prossimo contratto tutta una serie di materie a cominciare dalla ridefinizione delle figure professionali e non si vede una inversione di tendenza nelle sciagurate politiche di privatizzazione e esternalizzazione dei servizi che significano sempre peggiori condizioni di lavoro, peggiori servizi e più costi per i cittadini. (una nostra lettura analitica la trovate nell'altro documento)
In questo senso è in arrivo il "carico da 11" con la bozza del Decreto Brunetta, in attuazione dalla legge delega 15 del 2008, che determina una profonda revisione del Testo Unico del Pubblico Impiego (D.L.vo 165/2001) indirizzata ad una privatizzazione della Pubblica Amministrazione con il tentativo di azzerare anche nel Pubblico Impiego i diritti già cancellati nel lavoro privato.
Contro questo decreto il PATTO DI BASE (RdB-CUB P.I, Cobas P.I., SdL Intercategoriale)
ha proclamato per le ultime tre ore del turno di
venerdì 3 luglio 2009
lo sciopero generale del Pubblico Impiego
che sarà accompagnato da iniziative a Roma, Milano e nella maggiori città italiane.
Nelle Regioni e negli Enti Locali, inoltre, si sciopera anche contro questo contratto, contro la frammentazione del personale amplificata dalle politiche clientelari adottate dalle amministrazioni locali, contro una revisione che in nome del falso federalismo trasfigura le funzioni delle Regioni e delle Autonomie Locali, contro una compagine governativa tesa a distruggere la cultura del pubblico servizio propria degli enti locali.
A questo dovremo necessariamente aggiungere le mille piccole e grandi questioni locali figlie di una politica tesa a distruggere il valore del lavoro pubblico locale: quello a più stretto contatto con la cittadinanza.
Siamo i Lavoratori peggio pagati e il nostro comparto è quello
con la più alta concentrazione di precari di tutti i tipi.
Anziché asservirci alla logica mercantile della compravendita dei servizi il 3 Luglio scendiamo in piazza per contrastare i disegni governativi tesi a smantellare la pubblica amministrazione, rilanciamo per una logica che privilegi la scelta di mantenere i servizi in ambito pubblico dotandoli delle risorse economiche sufficienti a farli funzionare.
Rilanciamo per un sistema di evoluzione professionale che permetta a ciascuno di percepire retribuzioni dignitose (anche attraverso la riassegnazione in paga base di quote di salario accessorio) e garantisca equità di trattamento attraverso valutazioni oggettive e non soggettive.