Lavoratori,
è sorprendente la determinazione a testa bassa con cui l’amministrazione vuole perseguire la realizzazione dell’impianto di videosorveglianza presso le S.C.A.
Come noto lo statuto dei lavoratori vieta questa pratica indirizzata all’attività lavorativa. Necessariamente, per aggirare tale ostacolo, l’amministrazione si spertica creativamente adducendo le solite motivazioni della prevenzione di attività criminose e della salvaguardia dell’incolumità dei lavoratori. L’evidente contraddizione è facilmente smascherabile. Una videoregistrazione può essere concretamente utilizzata solo a posteriori di un evento, quando cioè un infortunio sia già avvenuto, per ricostruirne la dinamica, ma il danno ormai è avvenuto. Anzi sicuramente, ad esempio, la condizione dei lavoratori di essere video sorvegliati durante l’attività di addestramento può inoculare delle tensioni nocive, mentre necessiterebbero, invece, provvedimenti rivolti a mitigarle.
Lo stesso può affermarsi riguardo la sicurezza, come purtroppo i fatti quotidiani di cronaca nera dimostrano, a volte le videocamere consentono di arrestare l’assassino, ma la vittima giace al suolo esangue. Smontata l’ideologia della prevenzione emergono altre considerazioni. Potrebbero adottarsi all’uopo strumenti certamente più efficaci quali innanzi tutto una politica occupazionale che veda figure professionali preposte allo svolgimento di tali funzioni. Altro esempio: anche i dossi artificiali sono un ottimo deterrente al pericolo derivante da eventuale eccessiva velocità di autoveicoli nel compendio, non permettendo di raggiungerla; più efficace e più economico delle decine di migliaia di euro che si vogliono spendere. Neanche la motivazione che le aree di viabilità non siano destinate all’attività lavorativa trova fondamento, anche i lavoratori delle aziende private addetti a giardinaggio e pulizie hanno il diritto sancito dall’art. 4 L. 300/70. Il profluvio di esempi emersi al tavolo durante la trattativa (dove in un primo momento una maggioranza anche concertativa delle OO.SS. ha assunto posizioni conflittuali per poi terminare nell’indicare le videocamere “tollerabili” nel progetto) sono scivolati sull’indifferenza dell’amministrazione che ostinandosi nelle sue posizioni svela le proprie necessità ed obiettivi di controllo a distanza dell’attività lavorativa e di (re)pressione psicologica. Ricordiamo che è vietato l’utilizzo delle immagini, a parte sotto autorizzazione della magistratura, ma non la visione. Nessuno potrà impedire al dirigente di visionarle e “farsi un idea” sull’attività lavorativa e comportarsi di conseguenza. Ci si potrebbe trovare oggi di fronte a un gran signore ma domani a un gran farabutto. L’amministrazione ha infine aggiornato la riunione successivamente alla stesura della nuova bozza che raccoglie le osservazioni delle OO.SS., la nostra è “nessuna telecamera”. Ora la parola ma soprattutto i fatti stanno ai lavoratori di questo compendio dove ancora sono venduti gadget con la scritta “un giorno senza rischio è non vissuto”, ulteriore vergognosa contraddizione!
il Coordinamento USB VVF SCA