In data 6 novembre 2013 si è consumata la riunione convocata dall’Amministrazione per definire i criteri di ripartizione del FUA 2012 - fondo di sede quota 20% dei Dipartimenti centrali del MEF (escluso il Dipartimento delle Finanze).
Già la data della convocazione, coincidente con gli ultimi giorni utili per il pagamento di questa quota del salario accessorio entro Dicembre, è indicativa degli intenti dell’Amministrazione che ha puntato ad annullare il confronto tra le parti facendo leva sui tempi stretti per le operazioni propedeutiche al pagamento nel prossimo mese. Insomma ci si trova davanti al solito ricatto sociale che si alimenta ignobilmente dei bisogni salariali dei lavoratori, senza contratto dal 2010 e stremati dalle misure economiche dei governi succedutisi in questi anni.
L’ipotesi d’accordo presentata dall’Amministrazione ha immediatamente evidenziato l’arbitrarietà e l’uso oscuro di parte dei fondi provenienti dalle lavorazioni dei 730.
Nella proposta in questione, infatti, mancano i dati utili per avere un minimo di chiarezza sui destinatari dei compensi mentre è del tutto eclatante la sproporzione di retribuzione con gli altri lavoratori (le quote massime previste per i circa 80 lavoratori coinvolti nell’assistenza fiscale arrivano anche a 1500 euro, oltre ovviamente al compenso di produttività spettante a tutti).
La USB MEF ha denunciato decisamente tutta l’operazione, impedendo materialmente all’Amministrazione di continuare ad offendere l’intelligenza e la dignità dei lavoratori con bugie ed irresponsabili omissioni.
La delegazione di parte pubblica, infatti, è stata costretta ad ammettere l’inesistenza (!) degli atti contrattualmente previsti per l’individuazione degli addetti alle lavorazioni dei 730 e la gestione “casareccia” dell’operazione, basata sui rapporti individuali tra dirigenti e lavoratori. Alla luce di tutto questo, ad oggi risulta molto difficile la verifica dell’organizzazione e dello svolgimento di questa attività.
La stessa Amministrazione ha caparbiamente rigettato la proposta di mediazione della RSU, condivisa da tutte le Organizzazioni Sindacali ad eccezione della UIL, di sottoscrivere immediatamente l’accordo sul fondo di sede relativo alla produttività per dare corso ai pagamenti entro dicembre e provvedere ad uno specifico accordo separato sull’assistenza fiscale dopo aver esaurito una doverosa fase di analisi degli elementi ad oggi sconosciuti.
È chiaro che, con quest’atteggiamento, l’Amministrazione alimenta il sospetto di essere pronta a sacrificare le aspettative salariali di tutti i lavoratori, compresi la maggior parte di coloro che hanno lavorato i 730, per evitare gli “esiti pericolosi” degli approfondimenti richiesti.
Tutto questo è frutto di miseria culturale e gestionale che porta l’Amministrazione ad utilizzare, come strumenti di potere e controllo, da una parte l’omissione e l’ambiguità e dall’altra la concessione di residuali privilegi.
La USB MEF da anni si sta battendo contro “le zone grigie” del nostro Dicastero a cominciare da quelle del Gabinetto del Ministro ed anche questa volta aveva denunciato con largo anticipo le conseguenze della gestione incontrollata che si stava avviando sulla lavorazione dei 730. In proposito basta ricordare:
- il diniego dell’Amministrazione alla richiesta d’incontro sulla bozza dell’ordine di servizio avente ad oggetto la quantificazione del personale necessario all’attività dei 730, emesso prima dell’estate 2013 e forse mai formalizzato;
- la mancata sottoscrizione a giugno del 2013, da parte dell’USB MEF, dell’accordo nazionale di ripartizione del FUA dovuta anche al disaccordo in merito ai criteri di ripartizione delle risorse destinate all’assistenza fiscale (vedasi nota in allegato).
Questa vicenda, anche se ovviamente in misura ridotta, segue le stesse logiche di quella del Gabinetto del Ministro e spinge ancora di più la USB MEF ad intensificare la vertenza in corso anche attivandosi a livello di denuncia legale su violazioni di norme e diritti.
La nostra Organizzazione Sindacale informerà tempestivamente i lavoratori sugli esiti dell’ulteriore incontro con l’Amministrazione, in programma l’11 novembre p.v. alle ore 12, ribadendo ancora una volta la precisa responsabilità dell’Amministrazione in merito ai danni salariali che sta provocando ai lavoratori, all’eventuale ritardo dei pagamenti e a tutte le altre conseguenze determinate con questi comportamenti.