Dopo settimane passate sollecitando la dirigenza dell’ASP Golgi-Redaelli a mettere in atto le elementari misure proposte da USB per frenare un contagio che ormai è fuori controllo, siamo costretti a prendere atto che l’azienda non ha voluto adottare quasi nessuno dei provvedimenti necessari allo scopo. In considerazione del continuo aggravarsi della situazione, non possiamo che segnalare responsabilmente la situazione alle autorità competenti. Troppo alta la posta in palio, trattandosi dell’incolumità del personale e dei degenti.
I report quotidiani che arrivano dagli istituti evidenziano la mancanza di procedure e di protocolli di sicurezza aziendali univoci e omogenei; troppo pochi i tamponi eseguiti a degenti e operatori e in quantità difformi tra i diversi istituti; appare fuori controllo anche la situazione di sicurezza all’interno dei reparti di degenza affidati in appalto, una decisione che abbiamo a lungo contestato e oggi bocciata anche dal TAR; nessuna notizia nemmeno sul fronte delle assunzioni richieste, che sarebbero facilmente attivabili attingendo dalla graduatoria attiva.
Permangono inoltre difficoltà generalizzate per l’approvvigionamento di DPI sulle quali grava l’atteggiamento delle Regione Lombardia che ancora ieri, attraverso le parole di Gallera, ha tenuto a specificare che le RSA si devono arrangiare. Non trascurabile, inoltre l’altissimo numero di lavoratori in malattia, circa 300, che costituiscono un terzo di tutti quelli addetti all’assistenza.
La somma di queste ragioni non può che produrre allarme sul grave stato di insicurezza generale della struttura. È ora di mettere in atto soluzioni straordinarie per tentare di salvaguardare in extremis la salute di degenti e lavoratori. È arrivato il momento di accertare le responsabilità e capire chi e perché ha voluto giocare con la salute e la vita delle persone.
USB Federazione Lombardia