Il Ministero dell’Istruzione ha imposto tempi brevi ed anticipati per le nomine dei docenti di ruolo e dei supplenti e per le nomine del personale ATA. Per i docenti si è arrivati a unire in una sola procedura la scelta del ruolo da Graduatorie Provinciali e quella per le supplenze.
L’obiettivo è evitare il disastro dello scorso anno con supplenti arrivati a dicembre e mostrare l’efficienza del ministero nella gestione di un inizio d’anno scolastico che sarà ancora condizionato pesantemente dal Covid. Nominando docenti di ruolo e supplenti entro il primo di settembre o poco oltre per i supplenti, si spera che lavoratori, studenti e famiglie non vedano che null’altro è stato fatto per una ripresa in sicurezza: i posti sono quelli, gli organici sono insufficienti, gli alunni per classe sono sempre troppi, gli spazi sono risicati, le scuole continuano a cadere a pezzi e non sono state messe in sicurezza, le mascherine restano quelle di pessima qualità dell’anno precedente, sebbene sia ormai provato che non proteggono affatto e nei fatti studenti e lavoratori sono costretti a portare le proprie da casa.
Ma questa operazione di facciata, in realtà non sta funzionando: l’imposizione di tempi strettissimi nelle due settimane centrali di agosto ha avuto l’effetto di mandare in tilt gli Uffici Scolastici Territoriali e le segreterie delle scuole, da decenni sottorganico grazie alla politica scellerata sulla Pubblica Amministrazione condotta da tutti i governi che si sono susseguiti. Una politica obbediente ai dettami neoliberisti europei, che ha voluto tagliare i posti e non rimpiazzare chi andava in pensione, nella logica di un risparmio, in verità assai dubbio, che poi produce solo enormi disservizi.
Risultato: in tutta Italia si ripete lo stesso scenario, le graduatorie pubblicate in tutta fretta sono piene di errori e mancano gli elenchi dei posti disponibili. I docenti e gli ATA scelgono al buio, tramite domanda informatizzata, o scelgono sulla base di disponibilità che cambiano di giorno in giorno. Nelle province più grandi, come Milano o Roma, chi entra in ruolo, lo fa senza sapere che posti ci siano. Nel caso delle nomine del personale ATA poi, la finestra di presentazione delle domande è di soli quattro giorni.
Una inutile corsa contro il tempo, fatta senza investire un euro in quelle che sono le reali esigenze della scuola (altro che banchi a rotelle e tablet), che produrrà confusione e contenziosi che necessariamente si rifletteranno sull’avvio dell’anno scolastico.
USB Scuola torna a chiedere investimenti reali, un organico dignitoso, tempi e modalità di reclutamento chiari e definiti per tempo, trasparenza nei passaggi delle convocazioni, insieme a quegli investimenti strutturali che permettano la riduzione del numero di alunni per classe e spazi realmente sicuri.
USB Scuola