Prendiamo atto che anche Gilmozzi ha dovuto ammettere che con l’introduzione dell’attività di vendita di biglietti a bordo «si è visto un incremento dei casi di insulti e minacce» contro dipendenti di Trentino trasporti.
Undici casi in poco più di un mese, riferiscono le notizie di stampa, con pesanti conseguenze sullo stato psicologico dei lavoratori oltre che sull’efficienza del servizio.
Gilmozzi poi cerca di consolarsi dicendo che per la maggior parte gli episodi si sono conclusi con insulti verbali dimenticando volutamente che in agosto due addetti di Trentino Trasporti sono stati aggrediti e così cerca di far passare in secondo piano il fatto che un lavoratore venga insultato senza motivo e per cause a lui estranee e si guarda bene dall’affrontare la causa del problema.
Come USB a suo tempo abbiamo denunciato i motivi per cui che l’accordo sindacale sulla bigliettazione non risolveva i problemi di sicurezza e che questa non poteva essere venduta per qualche spicciolo come avvenuto nell’accordo sindacale.
Ora, dopo l’intervento di Gilmozzi appare chiaro che le aggressioni verso gli AUTISTI non possono essere definite pure causalità ma sono – anche a detta dell’Assessore – una conseguenza dell’introduzione della bigliettazione a bordo ed in particolare con l’obbligo di fermare il mezzo a fronte di utenti non paganti.
Parlare di “blindatura del posto guida”, di videocamere, ecc ci sembra risponda più ad esigenze di propaganda che a interventi di prevenzione. Infatti anche se il posto è “protetto”, visto che il lavoratore deve comunque fare il biglietto rimane esposto a possibili violenze fisiche e verbali, sopratutto alla luce di quanto ha scritto l’azienda confermandoci che ad oggi la blindatura è fuori norma e bocciata dalla motorizzazione civile.
Per USB la sicurezza non riguarda solo la questione della bigliettazione ma anche lo stato dei mezzi, (sospensioni logorate, sedili non adeguati, apparecchio MIT con vetro graffiato e poco visibile, ecc.) temperatura elevata e alta rumorosità sui mezzi, percorsi di viaggio, fermate e segnaletica non a norma, l’assenza di corsie preferenziali, mancanza di servizi, turni pesanti, ecc..
per questo invitiamo Trentino Trasporti e lo stesso Assessore Gilmozzi ad aprire un tavolo di confronto, con la partecipazione di tutti i soggetti sindacali e sociali come gli amici del trasporto pubblico per avviare un vero confronto su cosa intendiamo per diritto alla mobilità nella provincia di Trento e in una situazione come quella attuale dove le differenze sociali si fanno sempre più marcate a causa della diminuzione del salario reale a disposizione delle famiglie.
Gilmozzi e Trentino Trasporti non possono continuare a fare orecchie da mercante mentre gli autisti lavorano temendo una qualche aggressione.
USB Lavoro Privato Trentino
Aderente
alla FSM