LA MOTORIZZAZIONE CIVILE DEVE ORA SPEGNERE LE TELECAMERE DELLE SALE ESAMI
CONFERMATA IN CORTE DI APPELLO LA CONDANNA ILLECITA DEL MINISTERO
Ormai siamo alle repliche…
L’Amministrazione attivò negli scorsi anni le telecamere per riprendere l’interno delle sale esami per il conseguimento patenti presso gli Uffici della Motorizzazione Civile sul territorio nazionale.
Con arroganza ed impedendo la corretta informazione ai lavoratori e la possibilità della loro tutela (videocontrollo sul lavoro art. 4 L. 300/70), ma anche negando alla RdB/USB ogni la possibilità di evidenziare i vantaggi/benefici ed alcune evidenti contraddizioni del nuovo e costoso sistema, la stessa Amministrazione dichiarò pervicacemente non essere dovuto alcun confronto con le organizzazioni sindacali.
Oggi la Corte di Appello rende giustizia e riconferma la condotta antisindacale del Ministero, disponendo lo spegnimento dei dispositivi audiovisivi attivati illecitamente.
Anche le sigle CGIL e UIL si erano costituite in giudizio insistendo per l'accoglimento dell'appello proposto dalla USB.
Un pronunciamento importante sul piano dei diritti dei lavoratori, sebbene induca amarezza perché arriva in concomitanza dello scellerato obiettivo raggiunto dal Governo Renzi e dai suoi falsi oppositori, con l’attacco proprio a quell’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori, (con il “Job Act”) che mira a lasciare al datore di lavoro l’ libertà di telecontrollare i lavoratori con lo scopo, per nulla nascosto, di poterli vessare.
Il Ministero Infrastrutture e Trasporti, che ha cullato le cricche delle grandi emergenze e delle grandi opere inutili, del Mose e degli appalti truccati, che lascia morire le professionalità e le funzioni ispettive dei propri lavoratori, si aggiudica, la palma res della antisindacalità nel panorama del pubblico impiego.
5 condotte antisindacali (ex art.28 dello Statuto dei Lavoratori) nei confronti della USB Pubblico Impiego in soli 5 anni per responsabilità di Ministri e Capi del Personale succedutisi, ma con un fermo denominatore comune: ignorare le istanze dei lavoratori ed opporre arroganza e trasparenza zero.
Il Ministro Lupi si accolla anche un altro primato: sebbene in sella da due legislature, non ha mai neppure incontrato le organizzazioni sindacali.
L’USB con i precedenti ricorsi vinti (formazione dei lavoratori, esternalizzazione di servizi, mancata informativa su sicurezza e temi contrattuali) ha obbligato l’amministrazione a sedersi al tavolo fino a reinternalizzare servizi dai costi esorbitanti e riassegnando le funzioni a costo zero ai lavoratori MIT.
L’USB è ancora in attesa di conoscere i criteri della esternalizzazione dell’intero servizio informatico della Motorizzazione Civile per la modica cifra di 110 milioni di euro per un appalto di tre anni. Ma l’Amministrazione tace.
Non tacerebbe se i costi, anche solo delle cause perse per antisindacalità, fossero a carico, non dell’erario, ma dei dirigenti responsabili.
Crediamo che il ripristino della corretta e trasparente informativa ed il confronto (confronto che la legge Brunetta ha ridotto non a caso al “lumicino”) sui criteri organizzativi adottati nell’azione amministrativa favorirebbe anche l’applicazione delle concrete e tanto sbandierate misure anticorruzione, che non arrivano mai.
In attesa di questo la USB, (spesso le altre sigle attivano i propri studi legali solo per vendere servizi e guardandosi bene dal disturbare il manovratore) porta di nuovo l’Amministrazione in giudizio e vince ancora e con essa i lavoratori tutti.
Sotto allegata la sentenza della Corte di Appello di Roma.
USB P.I. Esecutivo Ministero Infrastrutture e Trasporti