Il 5 novembre si è svolto il primo sciopero USB dei lavoratori in appalto dei Musei Civici di Milano, dipendenti delle cooperative Coopculture e Dussmann. Uno sciopero fortemente voluto da questi ultimi e da questi ultimi personalmente costruito nella prima domenica del mese – giornata ad alto significato simbolico, in quanto l’ingresso ai musei statali era gratuito con conseguente grande affluenza di visitatori.
Durante lo sciopero, presso il cortile interno del Castello Sforzesco si è tenuto un bel presidio a cui hanno partecipato circa 50 persone tra lavoratori e realtà solidali. Per tutta la mattina, al microfono si sono avvicendati interventi sui temi dello sciopero: giusto inquadramento di livello e immediato aumento degli stipendi, diritto a ricevere le maggiorazioni domenicali, stabilizzazione dei contratti precari e di quelli a chiamata, erogazione dei buoni pasto, una più stabile organizzazione dei turni.
La piaga delle esternalizzazioni dei servizi culturali va avanti in Italia da circa trent’anni e ha progressivamente eroso non solo il carattere pubblico del nostro patrimonio, la cui gestione è stata privatizzata in favore di società e cooperative terze e del loro profitto, ma anche le condizioni di chi è impiegato nei luoghi della cultura, precarizzando i posti di lavoro e impoverendo sempre più i salari. La responsabilità non è solo delle aziende, che vincono gli appalti a ribasso e poi risparmiano sui costi del lavoro propinando contratti poveri e inadeguati, ma anche delle amministrazioni pubbliche, che non arginano il dilagare di tali pratiche nei capitolati di gara e non vigilano su ciò che accade negli appalti una volta chiuse le procedure di aggiudicazione. Per questo, i lavoratori hanno chiesto a gran voce al Comune di Milano un impegno formale a inserire nel prossimo bando di gara l’applicazione obbligatoria del contratto Federculture, specifico per i Beni Culturali e in grado di garantire a tutti/e retribuzioni, tutele e diritti di gran lunga maggiori. Un accordo possibile – anche alla luce delle modifiche recentemente apportate al Codice degli Appalti – che USB è già riuscita a strappare per i Musei Civici di Verona.
Dopo il presidio al Castello Sforzesco i lavoratori si sono spostati in Piazza Duomo per portare la giornata di sciopero e le loro rivendicazioni nel centro turistico di Milano, dove si trovano alcune delle loro principali sedi di lavoro, distribuendo volantini informativi sulle proprie condizioni ai passanti e ai visitatori dei musei che circondano la piazza. Lo sciopero ha avuto una buona riuscita: alcuni siti del circuito museale sono rimasti chiusi, altri hanno aperto a regime parziale.
Ma si tratta solo di un primo passo. I lavoratori dei Musei Civici di Milano non sono più disposti ad accettare ribassi e compromessi sulla propria pelle e hanno intrapreso un percorso di lotta che proseguirà su questa strada, fin quando le loro istanze non saranno ascoltate dall’amministrazione comunale e non verrà loro riconosciuto quello che gli spetta: salario, diritti, dignità!
Slang-USB
USB Lavoro Privato Coordinamento Cultura