Al Capo della Polizia
Direttore Generale Pubblica Sicurezza
Prefetto Franco Gabrielli
Al Vice Direttore Generale
Pubblica Sicurezza preposto
Attività di Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia
Prefetto Alessandra Guidi
Oggetto: Legge di stabilità 2016 – art. 1, comma 474 – Ricognizione del personale di Polizia assegnato a funzioni di carattere amministrativo ovvero di scorta – Richiesta di incontro con il Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Alessandra Guidi.
Egregio Signor Prefetto,
ancora oggi, nel rispetto dell’ordinamento vigente così come stabilito nel comma 474 della Legge n. 208 del 28 dicembre 2015, della ricognizione del personale polizia assegnato a funzioni di carattere amministrativo non si hanno notizie, e rincresce doverlo rimarcare anche al Capo della Polizia, aggiungendo che alla USB P.I. Interno non è stata offerta la possibilità di incontrare il Vice Direttore della Pubblica Sicurezza preposto all’attività di coordinamento e pianificazione del personale di Polizia, per dar vita a quella interazione con la scrivente O.S. sulla realtà (centrale e periferica) dei luoghi di lavoro, potendo considerare plausibile una proposta del sindacato più articolata ed organica di quelle rappresentate sino a questo momento.
La perseveranza di questa Organizzazione Sindacale su un tema così delicato e di vero cambiamento ha senso perché riconducibile ad un’altra verifica afferente l’organico del personale dell’amministrazione civile. Questo energico impulso della USB Interno diretto alla proposta di riforma del personale civile, tende ad un progetto di sviluppo del personale civile in cui la programmazione triennale del fabbisogno del personale (Funzione Pubblica) quale essenziale attività orientata a logiche di risultato volte alla migliore utilizzazione delle risorse umane, rappresenta la base per la richiesta di autorizzazione a bandire concorsi per assumere e per stabilizzare a tempo indeterminato tutto il qualificato personale precario presente nel nostro Ministero.
Desideriamo aggiungere, che nell’ultimo incontro tenuto con il Ministro dell’Interno Onorevole Minniti, lo stesso Capo Dipartimento per le Politiche del Personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno Prefetto Varratta, in riscontro ai solleciti della USB Interno, ha dichiarato che il monitoraggio relativo alla ricognizione dei poliziotti assegnati negli uffici a svolgere funzioni (improprie) amministrative (anche contabili e patrimoniali), pertinenti l’esclusivo impiego di personale civile (allo stato attuale dimensionato in sottorganico)- è indispensabile per stabilire il reale fabbisogno del personale - bandire concorsi - assumere e stabilizzare tutto il personale a tempo determinato, anche con l’utilizzo di appropriate risorse economiche e risparmi di gestione. Si ritiene conveniente perché meritevole di attenzione riflettere anche sul concetto delle moderne istituzioni pubbliche, che fondono la loro legittimazione su principi democratici e sulla loro funzionalità che passa attraverso la qualità delle amministrazioni che la progettano e le dirigono, in cui il proprio rendimento istituzionale ha bisogno di adeguati modelli organizzativi e gestionali in continua trasformazione, perché dipendenti dal tessuto sociale (sicurezza e salute dei cittadini in primo luogo) e dal contesto economico di riferimento. Ebbene, proprio in ordine all’attuale contesto economico del nostro Paese e più precisamente al rendimento delle risorse gestite dalle istituzioni pubbliche in termini di reale contributo al benessere della comunità, questa O.S., sgombra da qualsiasi preconcetto, può affermare con consapevolezza e vivo disappunto che continuare a tenere il personale polizia negli uffici non solo comporta un onere maggiore (indennità PS; straordinari; missioni), e ne appesantisce la spesa corrente del Ministero senza contribuire al contenimento della spesa pubblica (Corte dei Conti), ma addirittura pone un grosso freno anche allo sviluppo economico del Paese (famiglie e consumi). Sviluppo economico, appunto, consistente nella crescita di alcune variabili reali del sistema, in cui quella dell’occupazione rappresenta un fondamentale investimento sul capitale umano capace di realizzare quel tanto sospirato ricambio generazionale e di qualità, ideale al raggiungimento dell’interesse pubblico del Ministero, come il fine che ogni pubblica amministrazione dovrebbe perseguire ed attuare, secondo quel principio di massimizzazione di quell’interesse primario e concreto, modellato sulle esigenze variabili della collettività. Al riguardo, un esempio davvero singolare riguarda la problematica alla Questura di Milano, un “inciso” di tutto riguardo sul quale si chiede a Lei l’intervento risolutivo per riportare un corrispondente clima lavorativo. Davvero un caso singolare quello di Milano, non “unico” nel suo genere, perché presente anche in altri uffici immigrazione delle Questure di Firenze, Parma, Siena, Vicenza, Venezia, Napoli, dove il tema è sempre “caldo” e con incrinature di varia natura sulle quali questa O.S. si sta spendendo con coscienza per favorire dialogo e conoscenza. La caratteristica del caso di Milano – purtroppo giacente “infruttuoso” senza motivo sul tavolo del Prefetto Sgaraglia - fa sorgere forti dubbi su quel principio di massimizzazione dell’interesse pubblico primario e concreto della P.A., laddove ci si avvii a compararlo con quelle che sono le effettive esigenze del servizio immigrazione e del personale dell’amministrazione civile, lì in servizio in qualità di operatori amministrativi ed attività d’ufficio, non certo di sorveglianti all’ingresso della Questura.
Il personale civile in questione, infatti, “a turno” -all’esterno del proprio ufficio- coadiuva con il personale polizia sulla identificazione e la sicurezza all’ingresso dell’ufficio immigrazione di Milano in via Montebello. Un modello organizzativo – gestionale del tutto incoerente ed utile per sostenere le ragioni della realizzazione di un interesse della P.A. mediante il miglioramento dei processi e dei servizi offerti, se poi tende a modificare le mansioni del personale (demansionamento), senza valorizzarne il bagaglio professionale, l’esperienza maturata e la professionalità acquisita, anzi, esagera ed esaspera la situazione, permettendo al personale polizia –operatore scelto per il controllo del territorio- di rimanere in ufficio a svolgere funzioni amministrative: un vero capovolgimento delle esigenze della collettività.
Alla luce di tutto quanto sopra, pertanto, pur apprezzando la volontà espressa durante l’incontro del 23 giugno 2017 da parte del Vice Direttore della Pubblica Sicurezza preposto all’attività di coordinamento e pianificazione per ciò che attiene il cronoprogramma e la discussione connessa alle problematiche del Dipartimento PS, questa O.S. USB P.I. Interno considera prioritario il nesso “fattibile” sulla ricognizione del personale PS, qui ampiamente giustificata, auspicando quel cortese incontro con il Prefetto Guidi, fondamentale per l’imminente incontro che questa O.S. dovrà tenere con il sottosegretario di stato On.le Bocci, al riguardo delegato dal Ministro, al quale parteciperà anche il Prefetto Varratta.
La invitiamo a voler intervenire con cortese urgenza e in attesa Le inviamo cordiali saluti.
Roma, 10 luglio 2017