L'emergenza COVID-19, con i suoi oltre 34.000 morti e sue le decine di migliaia di contagi tra i lavoratori delle strutture e dei servizi socio-sanitari-assistenziali come le RSA per anziani e disabili e i servizi di assistenza domiciliare, con la sospensione dei servizi educativi e riabilitativi che ha lasciato decine di migliaia di famiglie di educatori, OSS, animatori, fisioterapisti, infermieri senza reddito, ha mostrato tutti i limiti di un sistema in cui decenni di tagli, privatizzazioni, appalti al ribasso e connivenza sindacale hanno compresso i diritti dei lavoratori del Terzo Settore e delle Cooperative Sociali.
Per anni abbiamo lottato contro i tagli negli appalti e negli accreditamenti, perché questi andavano a impattare sulla sicurezza del nostro lavoro e sui rapporti numerici ridotti all'osso tra operatore/utente: il Covid-19 e la gestione “emergenziale” nei servizi esternalizzati del Terzo Settore ci ha lasciato senza DPI, senza procedure e protocolli chiari e sicuri nelle strutture e nei servizi essenziali, esponendoci al contagio da coronavirus, ricattandoci nel dover andare al lavoro senza poter opporre nessuna obiezione al massacro a cui ci hanno destinato le “cooperative sociali”. Cornuti e mazziati!
Per anni abbiamo lottato affinché ci venisse riconosciuto un salario degno: durante l'emergenza i nostri servizi sono saltati dall'oggi al domani, il salario è diventato FIS all'80%, e il FIS è poi scomparso tra le stringhe telematiche degli uffici dell'INPS, perchè la maggioranza delle cooperative non l'hanno anticipato. Perfino il governo, i comuni e le regioni ci hanno preso per i fondelli, prevedendo nel CURA ITALIA che gli enti locali dovessero pagarci lo stesso per i servizi sospesi. Non abbiamo visto un euro!
Per anni abbiamo lottato affinché la nostra professionalità e il nostro lavoro venissero valorizzati attraverso salari e diritti degni della funzione pubblica che svolgiamo: ci hanno chiamato eroi, quando facevamo il nostro dovere nei focolai di Covid-19 tra mille difficoltà e mancanze, ma ci hanno preso in giro con una mancia da 100 euro lordi riparametrati alle ore di lavoro effettuate. Eroi una minchia!
LA PAZIENZA È FINITA! SCIOPERIAMO!
“Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema”. Questa semplice constatazione, che dovrebbe essere alla base delle rivendicazioni dei lavoratori dei servizi di welfare pubblici esternalizzati, ci è stata perfino scippata dalla propaganda di governo e amministrazioni locali, con l'annuncio urbi et orbi di grandi cambiamenti nel paradigma che finora ha prediletto il profitto di pochi privati alla salute e al benessere di molti.
BASTA PRESE PER I FONDELLI, RIPRENDIAMOCI TUTTO!
È ora di rivendicare la fine dell’ancien regime degli appalti, delle privatizzazioni, delle esternalizzazioni, del risparmio al massimo ribasso, della compressione dei diritti e dei salari dei lavoratori della sanità e dei servizi sociali pubblici!
L'appuntamento è per il 2 lugiio per lo sciopero nazionale ed il presidio a Montecitorio dalle ore 10.30