SCIOPERO GENERALE DEL 10 NOVEMBRE 2017 LA SCUOLA TRENTINA C’E’
Riprendiamo la lotta per la difesa e la crescita dei diritti delle/i lavoratrici/ori della scuola.
Riprendiamoci la scuola pubblica
La progressiva applicazione della L. 107/2015 (nel nostro caso L.P. n.5 rivisitata) conferma le nostre preoccupazioni e previsioni: l’attacco alla scuola pubblica e alle condizioni di lavoro del personale della scuola si sta facendo strutturale e grave e richiede una maggiore consapevolezza e determinazione nel riprendere l’iniziativa in tutti i luoghi di lavoro. Fra i tanti proponiamo alcuni dei temi urgenti:
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO (ASL). Oltre a sconquassare il percorso di istruzione e formazione e a affidare direttamente alle imprese la pedagogia del lavoro secondo l’ideologia della subordinazione, l’ASL ha messo a disposizione delle aziende private, delle cooperative, delle amministrazioni pubbliche aziendalizzate un esercito di prestatori d’opera gratuita sotto ricatto della valutazione ad opera dei beneficiari. E’ diventata così strutturale la chiusura di ogni possibilità di integrazione dei redditi con lavori estivi e occasionali monopolizzati dall’ASL che ha interessato infatti 652 000 studenti nel 2015/16, quasi 1 200 000 nell’anno scolastico appena concluso. A regime una massa di circa un milione e mezzo di studenti a disposizione ogni anno. Il caso della violenza a Monza di un datore di lavoro su quattro studentesse in ASL è solo il caso più disgustoso di un’estate da cancellare. In agosto, alla festa dell’Unità di Genova, sono stati impiegati studenti in ASL nei servizi di ristorazione. A che cosa venivano formati e orientati? A lavorare per il partito di regime? A cercare lavoro per interposta mediazione clientelare? Il 6 ottobre scorso a La Spezia uno studente in ASL è rimasto gravemente ferito rovesciandosi col muletto di cui era alla guida. Ecco: aziende che ignorano le norme di sicurezza più elementari, che non applicano i contratti di lavoro, che mantengono alti tassi di precariato all’interno, che licenziano, e devastano l’ambiente (ILVA di Taranto), evasori fiscali e contributivi, in contiguità mafiose, sono abilitate al compito di formare e orientare al lavoro e a valutare gli studenti? Da un’indagine condotta dall’unione degli studenti su un campione di 15 000 partecipanti a percorsi di ASL risulta che il 38% degli intervistati ha dovuto sostenere le spese di accesso all’ ASL, il 57% a svolto mansioni totalmente estranee al percorso di studio, il 40% segnala violazioni di vario tipo dei propri diritti compreso il lavoro notturno.
VALUTAZIONE. I quiz INVALSI e l’invasione delle certificazioni quali ECDL e linguistiche (sempre più onerose e in mano a agenzie private) hanno sottratto agli insegnanti gran parte della loro specifica competenza di valutazione dei processi di apprendimento. L’obiettivo da anni praticato e perseguito è quello di sottrarre valore legale al titolo di studio. A livello nazionale i bonus premiali per la così detta valorizzazione delle professionalità è partita. In provincia di Trento la ‘valorizzazione del merito del personale docente’ segna provvisoriamente il passo per effetto della scadenza elettorale che suggerisce alla classe dirigente un apparente ravvedimento per coltivare la credulità diffusa occultando gli elementi di maggiore attrito nel tessuto sociale. Ma il disegno generale è solo mascherato da un’apparente ragionevolezza che passa innanzitutto per la ricerca della collaborazione dei sindacati gialli. Il bonus premiale per i docenti è uno dei tanti tasselli per la frammentazione delle/i lavoratrici/ori della scuola. Oltre ai processi di privatizzazione sempre più accentuati che toccano in particolare l’assistenza e le didattiche speciali (sempre più grimaldello ideologico di penetrazione delle cooperative con bassi costi e alto sfruttamento), i servizi di pulizia e ristorazione, la scuola è pervasa in maniera devastante dall’ideologia aziendalista. La bislacca contrapposizione tra saperi e competenze copre un processo di scomposizione in termini di classe censo degli studenti e di sgretolamento dell’identità della docenza in un mito di prestatori di servizio di tipo professionistico individuale al prezzo di una mancetta vergognosa per chi la riceve.
Mentre continua l’incostituzionale attenzione alle scuole private con crescenti finanziamenti e la sostanziale equiparazione delle parificate alle pubbliche, anche la scuola pubblica non media più virtuosamente la complessità del tessuto sociale in funzione di una cittadinanza universale e compiuta poiché è sempre più richiesta di fornire servizio a domanda individuale e produttrice della merce lavoratore.
CLIL E CAMPAGNA ELETTORALE. I governanti provinciali, il presidente in particolare, usano le istituzioni pubbliche per promuovere la loro carriera politica con una propaganda imponente e estesa cui gli organi di stampa e radio televisivi si prestano anche facendo calare il silenzio su ogni voce più attenta e consapevole e occultando ogni informazione sulle vicende non funzionale all’ideologia dell’impresa e al potere politico.
E’ necessario che crescano e si diffondano consapevolezza e disincanto. Sul CLIL il mondo delle scuole, del primo ciclo in particolare, sta subendo un violento scossone che ne disarticola la funzionalità e determina una vasta disattenzione ai chi avrebbe più bisogno. Le compresenze funzionali a ciò sono scomparse. I tempi di apprendimento sono segmentati e frazionati fin dai primi anni della primaria. Le classi si disarticolano in livelli difficili da ricomporre. Sul CLIL ha viaggiato il più importante veicolo di privatizzazione della scuola pubblica trentina. Nella scuola si sta producendo così una sorta di selezione naturale intesa a riprodurre le classi sociali e la marginalità funzionale al governo di un mercato del lavoro a prezzi bassi. Su questa materia l’attuale classe dirigente provinciale ha investito una parte sostanziale della propria credibilità e una straordinaria quantità di risorse, sottratte al normale funzionamento degli Istituti scolastici che si trovano costretti a ricorrere ai contributi eufemisticamente denominati volontari da parte dei genitori. E’ necessario che il diffuso malcontento e la consapevolezza sugli esiti disgreganti di questa imposizione irragionevole, per cui il CLIL è divenuto un marchio propagandistico con poca sostanza, si esprimano con forza.
LICEO BREVE. Alla filosofia che interpreta la scuola come ambiente agonistico ove si incitano i giovani a competere e sopraffarsi in luogo di costruire una comunità come bene in se, ove collaborare e realizzarsi, corrisponde lo scempio dell’accelerazione del percorso di istruzione per gli eletti, gli illuminati che possano primeggiare e addestrarsi al comando. Il liceo breve è un’aberrazione cui è necessario opporsi con determinazione. Chiunque ne consideri le modalità di attuazione può rendersi conto della follia di questa opzione, dei rischi che comporta anche per risorse professionali che vengono messe a rischio.
La partita dei rinnovi contrattuali che è già avviata, come spesso avviene ultimamente, in connessione alle scadenze elettorali, richiede estrema vigilanza. La tendenza di considerare gli aumenti salariali come regalie dei potenti è diffusa. Mentre la stagione contrattuale deve consentire di dibattere sull’ acquisizioni ponderata di diritti maturi e sui riconoscimenti economici dovuti per effetto di quasi un decennio di perdite e dei maggiori carichi di lavoro e responsabilità.
Le lavoratrici e i lavoratori della scuola trentina sono invitati a far sentire la loro voce
affinché
• si attivino e si svolgano le elezioni per le rappresentanze sindacali unitarie RSU in ogni istituto;
• la stagione contrattuale consenta il recupero delle perdite economiche e il riconoscimento dell’aumento degli oneri e dei carichi di lavoro per tutti;
• non si tocchino i passaggi periodici di gradone che sono sotto attacco in particolare per il personale ATA in cambio dei premi di fedeltà;
• vengano internalizzati tutti i servizi di pulizia e ristorazione;
• non debba più esistere funzione docente o educativa affidata a privati e a chiamata discrezionale da parte della dirigenza scolastica;
a lottare
• per la cancellazione totale di tutte le norme introdotte con la buona scuola;
• per il recupero dei posti di lavoro persi per effetto del massacro operato dal binomio Tremonti Gelmini in poi;
• per il contenimento del numero di alunni per classe e una riflessione seria sulla funzionalità del macro dimensionamento degli istituti scolastici;
a negare ogni collaborazione
• per l’attuazione dell’Alternanza Scuola Lavoro;
• per l’istituzione dell’obbrobrio del così detto liceo breve.
USB Scuola – Trentino Alto Adige
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