Succede che, grazie a giornalisti d’inchiesta come quelli della trasmissione Report, che casualmente la vicenda di Telecom/TIM, esca dal cono d’ombra dell’informazione in cui è sempre stata relegata, indiscutibilmente con il sostegno o la protezione di qualcosa o qualcuno, per non intralciare ed ostacolare chi in questi anni ha pensato bene di spolpare e dissanguare Telecom fin dalla sua privatizzazione.
Inchiesta impostata principalmente sui rapporti tra i poteri forti, prenditori italiani, finanziari, consulenti vari con la complicità politica che in questi anni sono stati solo interessati a mungere la vacca grassa.
In questi anni solo poche organizzazioni sindacali come la nostra si sono opposte alle richieste di piani industriali fittizi, mentre chi oggi si indigna ha pensato bene di sottoscrivere qualsiasi cosa veniva proposto sui tavoli di trattativa, compresso ben 12 anni CGIS per venire incontro alle esigenze contabili per la quadratura dei bilanci senza trovare ostacoli.
Se le dichiarazioni di circostanza di Prodi e D'Alema, seppure apparentemente difensive, sono state di fatto una ammissione di responsabilità senza precedenti da parte della politica che non hanno voluto mantenere nessun tipo di controllo su un settore così delicato e strategico.
Viceversa, non possiamo che trovarci d’accordo con quanto denunciato nei termini giusti da Vito Gamberale, ex AD, sulle scelte scellerate e distruttive, compreso il rischio democratico con i dati sensibili in mano ai privati e anche stranieri.
In questo momento di profonde trasformazioni tecnologiche e delle nuove tecnologie hi tech, siamo ragionevolmente turbati su come il nuovo Governo intenda “correre ai ripari”, visto che ci accingiamo ad attraversare una crisi strutturale senza precedenti.
Per questo il nuovo Governo, nel quadro europeo fortemente segnato non soltanto dalla crisi e dalla perdita di controllo da parte dello Stato a vantaggio di multinazionali e privati a vario titolo, non può esimersi nel dare una forte risposta nella partita TIM.
Risposta che non si può limitare alla semplice operazione di societarizzazione in corso, per il definitivo annientamento di un potenziale player europeo sul mercato delle TLC, dietro la semi-nazionalizzazione della sola infrastruttura di rete.
Per noi di USB è assolutamente necessario mantenere l’unicità di TIM con la rete integrata (TIM / Open Fiber) con controllo pubblico, alfine di garantire una reale governance sullo sviluppo delle telecomunicazioni per il sistema di sviluppo industriale del paese.
USB Telecomunicazioni