Tanti gli interventi in cui abbiamo rivendicato:
- La richiesta di 300 euro netti di aumento subito con l’introduzione di un meccanismo di riparametrazione automatica del salario mensile o trimestrale basato sull’inflazione reale.
- Fissare a 35 ore l’orario di lavoro a parità di salario, garantendo che i minimi contrattuali siano mensilizzati sulla base del nuovo orario convenzionale.
- L’aumento salariale previsto non dovrà essere assorbito dai superminimi individuali e aziendali.
- Contro appalti e subappalti al massimo ribasso, particolarmente pesanti nei Call Center e nelle aziende della filiera delle installazioni, sono causa del dumping salariale.
- Nell’ambito dell’applicazione del CCNL TLC, deve essere espressamente vietato ed escluso il ricorso al sub-appalto in tutto il settore.
- Contro la SEPARAZIONE DELLA RETE, che a nostro avviso mette a rischio il futuro occupazionale non solo i dipendenti del Gruppo TIM e del suo indotto.
- Per la NAZIONALIZZAZIONE DELLE TLC, sotto il controllo dello Stato in quanto asset strategico per l’intero Paese, come motore per il rilancio e il riassetto del settore.
Sono questi i veri valori che sono emersi in piazza, per un rinnovo contrattuale che non sia solo di elemosine, ma di salari adeguati in base a un costo della vita reale.