Emergenza sanitaria nel MIT - “Maladministration” ai
tempi dello “Smart working” Facciamo il punto.
10 aprile 2020
Senza generalizzare, se da un lato molti dirigenti cercano, con atti formali trasparenti e possibilmente coerenti con le direttive, di tutelare sicurezza di lavoratori e mantenere i servizi minimi, in molti altri casi, segnalati alla nostra O.S., sia nelle Direzioni centrali, nei Provveditorati e nei settori MCTC, e CP la situazione rimane preoccupante e molte inaccettabili inadempienze dei responsabili si protraggono.
Poiché l’emergenza in atto durera a lungo, dette inadempienze si accumuleranno moltiplicando notevolmente i rischi anche nelle successive fasi se non si corre ai ripari.
In realtà, in molti uffici, l’emergenza non fa che evidenziare i sintomi e gli effetti della cattiva amministrazione cioè viene a galla quella “patologia" già pregressa della P.A., che richiederebbe davvero cure emergenziali.
Queste alcune delle cattive pratiche che emergono nei settori MIT e che vanno respinte:
1) anche i sassi ormai lo sanno, lo smart working è la modalità ordinaria? ... ma anche no: sembra incredibile ma molti dirigenti si ostinano nella pretesa della richiesta volontaria per il lavoro agile a lavoratori e lavoratrici; lo fanno per per tenersi mano libera attraverso una gestione “divisiva” dei dipendenti, fino a ricattarne alcuni con le ferie obbligatorie in caso di mancata “opzione”.
Si arriva, e qui la realtà supera la fantasia, a direttori generali che minacciano revoche e rientro in sede “per scarso rendimento in smart working” (sic!).
L’adempimento decisionale e dell’azione organizzativa della P.A. non è un optional ed i comportamenti omissivi dei dirigenti sono pericolosi e sanzionabili.
Quegli stessi burocrati, che non bisogna appesantirsi con atti e procedimenti, mentono sapendo di mentire. Una cosa è la rapidità nelle decisioni, che anzi scarseggia, ed una cosa è l’aggiramento strumentale di regole, informative e tutele;
2) attività indifferibili ed indifferibili in presenza: i responsabili continuano ad assicurare di aver definito le attività in presenza ma non dimostrano come, con quale e quanto personale, con quali turni e modalità. Questo permette di richiamare a comando, casomai con un sms anonimo, i dipendenti nelle sedi, comprese quelle a più alto rischio contagio. Ci sono poi casi di lavoratori che tornano di propria iniziativa al lavoro e senza alcun coordinamento. Conseguenza di tutto ciò è la mancanza di programmazione dei presidi e della dotazione degli obbligatori dispositivi di protezione.
3) trasparenza zero: alle istanze della nostra sigla molti dirigenti, colti in fallo, assicurano invece di essere in “perfetta regola”. Ma non è così e tra comunicazioni confuse e messaggini in chat, spesso tutto è affidato al senso di responsabilità ed all’autorganizzazione dei dipendenti, soprattutto in molti UMC. Scarse o parziali le tracce dell’adeguamento dei Datori di lavoro ai DVR ed il coinvolgimento dei RLS. (dlgs 81/08)
4) le ambiguità tra colleghi sono da evitare: sembra diffondersi un altro “virus” nel MIT. La prassi per cui funzionari e colleghi non dirigenti, spesso nei settori amministrativi e segreterie, mutando il proprio ruolo, si prestano con disinvolta agilità a diramare comunicazioni confuse e/o non firmate a nome dei dirigenti.
Ma queste comunicazioni recano quasi sempre contenuti dispositivi e ordinatori in materie quali lavoro agile, ferie, rientri, prassi sanitarie, ecc.
Invitiamo i colleghi mutanti a rispettare i ruoli ed i lavoratori a respingere tali pratiche ambigue, con vantaggio certo per i più.
5) il sistema di valutazione MIT non conosce rallentamenti: e mentre i dirigenti si preoccupano, più che della salute, del consueto e pieno raggiungimento al 100% dei propri obiettivi (un vero ossimoro di questi tempi) ed ora ridotti probabilmente al 50%, colpisce il silenzio assordante della Ministra Paola De Micheli alle richieste delle OO.SS. e del CUG di sospendere almeno l’iniquo ed inefficace sistema di valutazione MIT.
Il sistema che per assicurare la performance, anche in tempi di Covid19, obbliga a lavorare anche se malati (coefficiente alfa) per non essere penalizzati nella carriera ed economicamente.
E questo nonostante siano state stravolte tutte le tempistiche del famigerato manuale di valutazione, (2019 e 2020) quel “fiore all’occhiello” del Ministro Toninelli e dell’iperattivo Presidente OIV in pensione.
Sistema che la Ministra attuale accoglie tacendo. Così, in isolamento sanitario preventivo al terzo piano di Via Nomentana, dopo i casi di contagio nel Palazzo, sceglie evidentemente di isolarsi sempre di più anche dal personale del ministero che dirige, verso il quale si è limitata a rivolgere un ringraziamento di maniera con l’invito a tenere duro.
Prima si penalizzano i lavoratori più deboli... e poi si chiede solidarietà.
6) ferie pregresse: è evidente che, se la scelta è di obbligare anche i lavoratori in lavoro agile a sprecarsi i giorni di ferie 2019, questi non basteranno mai a supplire le necessità. E quindi?
E quindi ecco che il geniale Capo del Personale del MIT, annusa l'aria che spira dalla Funzione Pubblica ai tempi della ministra pentastellata "smart" Dadone e comincia comunque ad imporre l’uso delle ferie via via in maturazione nel 2020, cominciando dai lavoratori esonerati d’ufficio per ragioni oggettive e/o carenze organizzative.
Una pratica inaccettabile pesantemente discriminatoria e nuovamente inutile, se non per l’effetto, che sarebbe centrato in pieno, di accrescere il malumore e l’ansia dei dipendenti, sottraendo loro persino il diritto (o la speranza) di un recupero psico-fisico nei mesi futuri per se stessi e le proprie famiglie (diritto alle ferie invece salvaguardato insieme ai suddetti risultati 100% ai dirigenti).
E’ tempo di ribellarsi ai ricatti ed imporre il rispetto dei ruoli!
I lavoratori denuncino e si oppongano a procedure improprie che mettono a rischio la propria salute e quella della collettività;
La USB PI MIT ha diffidato nuovamente la Ministra del MIT ed i vertici esponendo le suddette inadempienza e continua l’azione sul piano nazionale presso Governo e Dipartimento Funzione Pubblica. La USB MIT sta diffidando i singoli dirigenti responsabili, con conseguenti denunce alla Procura della Repubblica ed ai Prefetti in caso di ulteriore inadempienza, ed invita i lavoratori alla coesione ed a segnalare alla nostra O.S. le azioni che pregiudicano inutilmente le condizioni di quel benessere lavorativo minimo necessario per poter superare insieme e con dignità l’emergenza sanitaria in corso.
USB Pubblico Impiego
Coordinamento Ministero Infrastrutture e Trasporti