Nel giorno in cui provocatoriamente il governo Meloni convoca il Consiglio dei Ministri per annunciare l’abolizione del reddito di cittadinanza, l’ulteriore liberalizzazione dei contratti e la truffa del cuneo fiscale, le tante piazze italiane organizzate dall’Unione Sindacale di Base hanno riportato il 1° Maggio al suo vero valore simbolico: una giornata di denuncia contro lo sfruttamento, contro il decreto Cutro, per l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio nei luoghi di lavoro e per aumenti salariali di 300 euro netti.
Dai partecipatissimi cortei di Roma e di Bergamo - animato dai lavoratori della Italtrans in lotta - al presidio di Torino con i lavoratori degli appalti presso il Consorzio delle Residenze Reali sabaude in sciopero, dalla piazza di Napoli, ove la questione della cancellazione del Reddito di Cittadinanza è particolarmente avvertita, al corteo di Trieste con i lavoratori della Wartsila che rivendicano garanzie sul piano industriale ed occupazionale, dalla piazza di Bologna a quelle di Vicenza e Pisa, ovunque si è levata forte anche la voce dei lavoratori pubblici che rivendicano assunzioni, stabilizzazione dei precari e 300 euro di aumento per il rinnovo dei contratti.
Una giornata in cui le tante piazze non soltanto hanno restituito al 1° Maggio il suo vero significato di giornata di lotta per rivendicare aumenti salariali e contro la guerra e l’invio di armi, ma anche una tappa di avvicinamento verso il 26 maggio quando i tanti temi emersi durante il 1° Maggio saranno al centro dello sciopero generale indetto dall’USB.
Unione Sindacale di Base
Roma 2 maggio 2023