Mentre tardano a spegnersi i venti di guerra e nuovi equilibri geopolitici utilizzano le tensioni in atto per instillare paure e giustificare ad arte le politiche di riarmo in Europa, il nostro Governo sembra farsi comunque trascinare dall'ondata guerrafondaia e decide di tagliare su welfare e servizi pubblici (sanità, istruzione), oltre che sulle risorse per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, tra cui quello del comparto Istruzione e Ricerca, di cui sono state appena avviate le trattative.
Circa 30 mila precari dell'Università (soprattutto nell'ambito della Ricerca) hanno contratti che si avviano a scadenza senza alcuna rassicurazione su una proroga o una possibilità di stabilizzazione, la CRUI non coglie al volo il passo indietro del Governo e decide di far valere "l'opzione baronale" per ribadire che l'Università li preferisce PRECARI. E quindi niente stabilizzazioni!
Il tour della Ministra Bernini, per raccogliere i feedback sulla sua Riforma universitaria, prosegue negli Atenei tra proteste e fischi ed i suoi tagli al FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) stanno mettendo in ginocchio i bilanci delle Università, le quali in risposta cercano di recuperare il sottofinanziamento con ulteriori tagli a danno delle comunità accademiche e del diritto allo studio.
Ne emerge un quadro caratterizzato da estrema precarietà, salari inadeguati all'inflazione, disinvestimento da Università e ricerca pubblica. Sempre più spesso la ricerca di base viene sacrificata a favore della ricerca applicata, anche con possibili impieghi bellici, sempre più sdoganati da orientamenti a livello europeo (vedi il Programma Horizon che, con una raccomandazione recente di un gruppo di esperti, fa "tana libera tutti" sul dual use).
In questo contesto, USB Università lancia uno sciopero nazionale del settore Università per riaffermare alcuni nodi imprescindibili:
- sul rinnovo del CCNL 2022-2024 servono aumenti contrattuali superiori al recupero dell'inflazione, altrimenti, nel contesto che si prospetta, soprattutto il personale tecnico, amministrativo, bibliotecario e CEL rimarrebbe scoperto in termini di perdita di potere d'acquisto per un orizzonte triennale, in quello che è già il fanalino di coda dei contratti della PA. Ora che la facilità con cui si dribblano le regole dell’austerity europea è evidente, si apre un’autostrada per rivendicare con forza tutte le risorse necessarie per il rinnovo contrattuale per la “Cenerentola” del Pubblico Impiego, oltre che per il welfare e per il rilancio degli investimentinella PA;
- occorre stabilizzare tutte le lavoratrici precarie ed i lavoratori precari dell'Università. Quella a cui stiamo assistendo, anche nel momento in cui scriviamo, è una continua emorragia di giovani lavoratori, soprattutto ricercatori, espulsi dal mondo accademico alla scadenza del contratto (già migliaia dall'inizio dell'anno). Come USB proporremo un emendamento finalizzato alla risoluzione della precarietà, partendo dalla nuova figura del tecnologo, introdotta dal CCNL 2019-21 e mai partita davvero;
- investire almeno 10 miliardi sull'Università (molti meno di quelli che vogliono spendere in armi) per rimpinguare i bilanci degli Atenei, per nuove assunzioni e stabilizzazioni e per rafforzare la ricerca e far ripartire il mondo accademico come leva per il progresso socio-economico del Paese;
- disinvestire da politiche di riarmo e guerra per dire NO a logiche distruttive e suicidarie e bandire dalle Università la ricerca con potenziali finalità belliche;
La piattaforma dello sciopero di USB Università si sovrappone in molti punti a quella dello sciopero studentesco lanciato nella stessa giornata da studenti/studentesse e precarie/i dell’organizzazione Cambiare Rotta e dagli studenti/studentesse medi di OSA. Ed anche USB Scuola sciopera per quel giorno rafforzando le comuni istanze nel comparto dell’Istruzione.
Studenti e lavoratori si incroceranno quindi per una grande giornata di sciopero all’insegna di un’alleanza sul fronte comune che rivendica maggiori investimenti (#MINIMO10MILIARDI) nel mondo dell’Istruzione per il DIRITTO ALLO STUDIO E PER LA RICERCA, e per dire insieme una grande NO contro GUERRA e RIARMO!
Lo SCIOPERO DEL 4 APRILE sarà su tutto il territorio nazionale, ma vedrà iniziative locali nelle quali studenti e lavoratori si incroceranno nelle varie piazze di città universitarie, come TORINO, MILANO, GENOVA, PISA, BOLOGNA, BARI ed infine ma non ultima ROMA, dove USB e Cambiare Rotta si ritroveranno insieme davanti al MUR.
Caduto il dogma della stabilità, in un quadro con tagli al welfare, ai servizi (soprattutto istruzione e ricerca), un’inflazione che cresce, con salari al palo che perdono potere d'acquisto e con decine di migliaia di precari in scadenza di contratto, ci sono tutti gli ingredienti per creare una tempesta perfetta il 4 aprile, mettendo insieme le proteste del personale universitario e scolastico con le proteste studentesche ed opporre TUTTA LA NOSTRA RESISTENZA (altro che resilienza!) con un obiettivo unico di fondo: FACCIAMO GIUSTIZIA!
Contro riarmo e guerra, contro le politiche del Governo e della UE, contro le governance degli Atenei complici.
Per stabilizzare i precari, per rivendicare aumenti contrattuali reali nel nuovo CCNL, per investire su diritto allo studio e ricerca, per urlare insieme ‘Fuori la guerra dall'Università!”
Alla barbarie della guerra e delle armi contrapponiamo la forza dei saperi e della condivisione della conoscenza e della cultura che il mondo dell'istruzione può mettere in campo per il progresso della società, contro chi vuole solo distruggere.
IL 4 APRILE È SCIOPERO!
USB PI Università