Questa mattina si è tenuto presso il MIMIT un incontro con STMicroelectronics, convocato dopo le preoccupazioni emerse in queste settimane e che hanno riguardato in particolare sul sito di Agrate.
Dopo una lunga introduzione del Ministro Urso, che ha evidenziato gli interventi messi in atto dal Governo a sostegno dell’azienda, è stato il turno della dirigenza di StMicroelectronics che ha illustrato il piano industriale.
La sequela di slide presentate non ha però permesso un approfondimento reale del piano, di cui alla visione strategica ben rappresentata non ha corrisposto un livello di dettaglio sugli aspetti produttivi e occupazionali.
È stato confermato che gli stabilimenti italiani restano centrali nella strategia ST, ma è emerso subito un punto critico: la rimodulazione produttiva, la trasformazione anche del layout e dei processi operata negli stabilimenti di Agrate e Catania rischiano di avere degli impatti sia di natura organizzativa, sia di natura occupazionale.
La nostra organizzazione sindacale ha sottolineato che dopo tutto il racconto sugli investimenti e sul ruolo centrale di STMicroelectronics, l’azienda è arrivata a parlare, in maniera un po' ambigua, della gestione del processo di attuazione del piano soprattutto per quanto riguarda gli organici. Dopo tanta enfasi su “cosa si sta facendo per l’Italia”, non è abbastanza che ci dicano chiaramente cosa vogliono fare con i lavoratori? Di cosa stiamo parlando?
Rivolgendoci direttamente al Ministro Urso, abbiamo ribadito che, se è vero che l’innovazione tecnologica può comportare cambiamenti nei processi produttivi, è altrettanto vero che serve una gestione della transizione. Questa gestione, che riguarda sia la tutela occupazionale che la riconversione delle competenze dei lavoratori coinvolti, non può essere demandata alle singole aziende.
Solo il Governo può intervenire con strumenti straordinari per sostenere questa fase di trasformazione, che inevitabilmente include l'automazione, la digitalizzazione e ovviamente l'intelligenza artificiale.
Abbiamo anche sollevato la questione del metodo: non possiamo accettare che la discussione su questo piano industriale avvenga a spezzatino tra gli stabilimenti. La discussione deve essere unica, coordinata dal Ministero, e deve essere utile ad approfondire nel dettaglio quanto emerso oggi, che è stato davvero troppo superficiale.
USB vuole veder garantita completamente l'occupazione, soprattutto per un'azienda come questa di cui è azionista direttamente lo stato e c'è un innesto miliardario si risorse pubbliche.
Serve un piano industriale che vada davvero a beneficio del Paese e dei lavoratori, e per un ruolo attivo del Governo nella gestione della transizione tecnologica al fine di evitare impatti pesanti per le lavoratrici e per i lavoratori.
UNIONE SINDACALE DI BASE Nazionale
Categoria Operaia dell'industria