La Regione Autonoma della Sardegna ha formato e riqualificato un sostanzioso numero di Operatori Socio Sanitari, sovrapponendo nel tempo azioni di qualificazione rivolte a disoccupati e riqualificazioni di personale in ruolo.
Enti sanitari della Regione Sardegna hanno espletato i concorsi per OSS da cui hanno attinto in ruolo un numero operatori esiguo rispetto alle loro effettive esigenze.
Per soddisfare le necessità di operatori, le Aziende Sanitarie invece di attingere alla graduatoria, ricorrono sistematicamente a vie improprie, quella del lavoro interinale, facendo svolgere le mansioni riservate agli OSS a personale non qualificato (agenzie delle pulizie, ausiliari, personale infermieristico, anche se in costante lotta contro il demansionamento).
Il ricorso al lavoro precario e interinale oltretutto costa molto di più alle casse della Regione e quindi dei contribuenti.
L’utilizzo avviene non in modo sporadico per supplire a esigenze eccezionali, ma in modo sistematico per garantire lo svolgimento della ordinaria amministrazione. Il ricorso al lavoro interinale vuol dire un aggravio di spesa da parte della Pubblica Amministrazione in un momento di grave crisi finanziaria.
In data 30 settembre u.s. è stato chiesto un incontro con l’Assessore On. Liori per esporre l’intollerabile situazione creatasi, ma non avendo nessun riscontro, ci vediamo costretti nostro malgrado a attuare questa prima forma di protesta che sarà sicuramente seguita da altre se non saranno stabilizzati gli OSS che hanno partecipato ad un regolare concorso e sono in graduatoria.
Per meglio specificare le motivazioni, in concomitanza con il presidio, si terrà una Conferenza Stampa.