Il quadro generale dell'emergenza abitativa e in particolare la situazione romana ci consegna numeri drammatici che sono sicuramente davanti a tutti, con storie individuali di una condizione di sofferenza che si va stratificando e sta aggredendo ceti sociali un tempo al sicuro.
Gli inquilini degli enti privatizzati sono un esempio in questo senso. Nella sola città di Roma circa 30mila persone rischiano di perdere l'alloggio e stanno diventando morose per l'incalzare degli affitti, superiori ai propri redditi o diventano insolventi verso mutui non sostenibili.
La moratoria degli sfratti, compresi quelli per morosità incolpevole insieme al blocco degli aumenti degli affitti (in alcune città italiane lievitati anche del 200-300% dal 2001), e delle vendite a terzi degli alloggi degli enti in dismissione - sia pubblici che privati (Enti previdenziali, Fondi pensione, Fondi immobiliari e Istituti assicurativi) - consentirebbe di togliere la pistola puntata alla tempia degli inquilini, ma anche degli amministratori che dovranno occuparsi delle migliaia, soprattutto anziani, di cittadini che perderanno l'alloggio in cui vivono anche da più di quarant'anni.
Il ruolo nazionale del governo e dei ministri competenti può concorrere a definire e mettere in campo i provvedimenti necessari. Sia sulla proposta di moratoria che sull'obbligo per gli enti privatizzati e assicurativi di usare solo il canale concordato e non quello libero, gli uffici devono indagare le possibili opzioni da mettere in campo per tutelare coloro che non ce la fanno ad affrontare la nuova situazione creatasi con le dismissioni, gli aumenti d'affitto, le vendite a terzi, nonché per evitare normative contrattuali vessatorie, imposte agli inquilini e, infine, per impedire odiose gestioni lobbistiche degli appartamenti (canoni diversi a parità di appartamenti).
Anche per la questione degli sfratti è necessario un blocco maggiormente in grado di difendere anche la morosità incolpevole, legata all’attuale fase di grave crisi economica.
In questa fase dove si torna a parlare di “piano casa” va colta un'opportunità storica che offre al governo la possibilità di dare una risposta immediata alle aspettative di milioni di persone.
L’apertura di un tavolo inter-istituzionale, con la partecipazione dei movimenti e delle altre forze sindacali e sociali, potrebbe consentire di dare corpo a questo progetto, stringendo i tempi e soprattutto realizzando una sinergia fra enti locali e governo nazionale che ci può permettere di stare al passo delle crescenti contraddizioni sociali e della crisi. In questo contesto può essere più agevole ed efficace, per il Governo, studiare e adottare adeguate misure che affrontino l’attuale emergenza abitativa.
Chiediamo dunque al Ministro Sacconi e al Governo italiano di promuovere l’attuazione di questo percorso e in particolare predisporre con urgenza le seguenti iniziative:
- Fermare la gestione immobiliarista degli Enti privatizzati (Casse o Fondazioni) e assicurativi, dei Fondi pensione e di quelli immobiliari (le famose SGR), richiamandoli alla loro funzione etico-sociale di gestione della cosa pubblica;
- Il divieto da parte degli Enti dell’uso dell’istituto della finita locazione.
PRESIDIO
GIOVEDI’ 17 FEBBRAIO 2011 alle ore 10.00, Via Veneto 56