Se, come dice l’INPS, oltre due milioni di pensioni devono essere integrate al minimo, significa che le retribuzioni di questi lavoratori, oggi in pensione, erano talmente basse e precarie da non consentire il versamento di una contribuzione adeguata a determinare una pensione appena sufficiente e comunque al di sotto della soglia di povertà. A queste pensioni il Governo Meloni destina come reupero dell’aumento del costo della vita un importo che già sembrava scandaloso di tre euro al mese e che, con l’adar del tempo, si è addirittura ridotto a un euro e ottanta centesimi. Non è più neanche carità, ma solo derisione e spregio della povertà di ieri come lavoratori e di domani come pensionati, vittime sacrificali sull’altare degli interessi del capitale che specula sulle conseguenze della guerra e del riarmo, a cui non vengono lesinati miliardi di nuove risorse.
Un capitale che nel nostro paese è tassato tra il 12% ed il 20 % mentre le pensioni subiscono un prelievo pari a circa il 30% medio.
Chi dice che l’economia del Paese è gravata da un costo insostenibile delle pensioni mente spudoratamente, visto che il sistema pensionistico versa oltre 65 miliardi alla fiscalità generale, costituendo una voce fondamentale per il finanziamento dello Stato, della sua struttura e dei suoi compiti, mentre l’evasione fiscale viaggia tra gli 80 ed i 100 miliardi di euro l’anno.
Senza considerare che il taglio delle risorse attuato in questi anni al sistema sanitario rappresenta un ulteriore riduzione della retribuzione indiretta di lavoratori e pensionati, costretti a pargarsi le cure, oltre 40 miliardi l’anno, nelle strutture private o rinunciare alle cure per l’impossibilità di sostenere le spese necessarie.
Un Governo che parla del rinnovo dei contratti di lavoro senza risorse ma arricchiti dal welfare aziendale; ovvero fondi pensione e sanitari attraverso i quali indirizzare la spesa verso le strutture private, teorizzando spudoratamente che in tal modo le risorse del sistema sanitario pubblico saranno destinate principlamente a coloro che non hanno la possibilità economica di usufruire di tali strumenti.
Così il cerchio si chiude realizzando il welfare dei poveri e degli straccioni, sanità e pensioni di serie A e di serie B con il conseguente smantellamento del dettato costituzionale ed un ulteriore aumento del divario tra ricchezza e povertà.
Il Governo Meloni è un governo contro i poveri, di cui si fa beffa approvando, con una legge di bilancio pari ad oltre TRENTA miliardi, il Bonus Natale di 100 euro, altra mancetta/marchetta caritatevole che per altro i pensionati continueranno a non percepire come i precedenti bonus.
USB pensionati F.d.S.
Pieno sostegno e partecipazione alle manifestazioni di Milano e Roma sciopero generale del 13 dicembre ’24.
Abbassate le armi e alzate salari e pensioni