SE QUESTA È INNOVAZIONE…
Man mano che negli uffici ci si imbatte nei nuovi istituti contrattuali si smascherano le bugie diffuse dalle OO.SS. firmatarie per provare a giustificare la sigla di un contratto infirmabile. Ma a Cgil, Cisl, Uil e Salfi continuano a prudere le mani e non si accontentano dei danni che hanno prodotto firmando quel contratto, vogliono l’immediata costituzione del Comitato paritetico per l’Innovazione previsto dall’art. 6. Quali sono i compiti di questo Comitato? In realtà nulla di nuovo, nulla che non avrebbe dovuto far parte del confronto sindacale a prescindere dalla costituzione di un Comitato. La sola “innovazione” è quella dell’art. 79, che integralmente riportiamo:
Misure per disincentivare elevati tassi di assenza del personale
1. In sede di Organismo paritetico di cui all’art. 6, le parti analizzano i dati sulle assenze del personale, anche in serie storica, e ne valutano cause ed effetti. Nei casi in cui, in sede di analisi dei dati, siano rilevate assenze medie che presentino significativi e non motivabili scostamenti rispetto a benchmark di settore pubblicati a livello nazionale ovvero siano osservate anomale e non oggettivamente motivabili concentrazioni di assenze, in continuità con le giornate festive e di riposo settimanale e nei periodi in cui è più elevata la domanda di servizi da parte dell’utenza, sono proposte misure finalizzate a conseguire obiettivi di miglioramento.
2. Nei casi in cui, sulla base di dati consuntivi rilevati nell’anno successivo, non siano stati conseguiti gli obiettivi di miglioramento di cui al comma 1 le risorse di cui all’art. 76, comma 4, non possono essere incrementate, rispetto al loro ammontare riferito all’anno precedente; tale limite permane anche negli anni successivi, fino a quando gli obiettivi di miglioramento non siano stati effettivamente conseguiti. La contrattazione integrativa disciplina gli effetti del presente comma sulla premialità individuale.
Un altro di quegli articoli dal quale traspare tutta la logica punitiva e demagogica che pervade l’intero contratto. Considerato che tutti abbiamo gli stessi giorni di ferie, è evidente che lo scostamento rispetto al tasso medio di assenze sarà prodotto inevitabilmente dalle assenze per malattia. Quindi se in un ufficio c’è qualche collega che realizza un numero consistente di assenze perché per esempio affetto da una grave patologia, a tutto l’ufficio sarebbero preclusi eventuali incrementi del salario accessorio.
La Cgil, poi, non si accontenta del Comitato e alle Dogane vorrebbe un incontro “per definire congiuntamente le modalità più efficaci per dare coerente applicazione alle innovazioni contrattuali”.
Poiché Cgil e coerenza sono un ossimoro, siamo preoccupati.
A quali innovazioni si riferirà? Forse a quella riguardante la tassa sulla malattia, che dopo l’introduzione della normativa Brunetta non avrebbe ragione di essere mantenuta, ed invece nel contratto addirittura se ne peggiorano le condizioni: infatti, mentre il vecchio contratto prevedeva l’intera retribuzione per assenze pari o superiori a 15 giorni, la nuova formulazione prevede l’intera retribuzione solo “per le malattie superiori a quindici giorni lavorativi”!!! (art. 37, comma 10)
Quindi la nuova previsione ha aumentato di un giorno il computo delle assenze necessarie per non subire la trattenuta (dalle 15 del precedente contratto alle 16 dell’attuale) e attraverso l’inserimento della parola “lavorativi” si apre la strada ad interpretazioni pericolose che potrebbero portare ad escludere dal conteggio dei 16 giorni sabati e le domeniche ed eventuali giorni festivi infrasettimanali, non essendo questi da considerarsi, appunto, giorni lavorativi.
O forse al divieto di frazionamento delle 18 ore di permesso retribuito per particolari motivi personali o familiari? Un’altra assurda previsione del nuovo contratto che ci rende schiavi delle timbrature oltre ogni limite e ragionevolezza e che andrebbe cancellata e non applicata “coerentemente”.
Lungi dall’assumersene le responsabilità, il gioco dei firmatari del contratto è fin troppo facile da smascherare: provano a mischiare le carte prima delle elezioni RSU accollando le nefandezze del contratto alle amministrazioni che interpreterebbero male gli articoli in esso contenuti e non li convocherebbero per sistemare le cose, per provare a mettere una toppa ad alcune oscenità di questo pessimo contratto.
Del resto abbiamo denunciato sin dall’inizio delle trattative i loro giochi politici. Al Governo e ai sindacati firmatari non interessava dare un buon contratto a chi lo aspettava da quasi dieci anni, ma solo elargire una mancia elettorale alla vigilia delle elezioni politiche e del rinnovo delle Rsu. Nelle elezioni politiche la risposta al Governo è stata chiara, ci auguriamo che ora arrivi una risposta altrettanto chiara ai sindacati firmatari di questo pessimo CCNL il 17,18 e 19 aprile…
...FERMIAMO GLI “INNOVATORI”