Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Comunicati USB INPS Coordinamento Nazionale

ASSEGNATI I 324 PASSAGGI A C1, OCCHI PUNTATI SULLA DIREZIONE GENERALE

Nazionale,

Comunicato n. 55/11

 

Le graduatorie delle selezioni interne a C1 scorrono con un criterio diverso da quello utilizzato per la ripartizione degli iniziali 710 passaggi. E’ quanto emerge dalla lettura del messaggio N. 21055 di oggi. Dopo aver respinto la richiesta di contrattazione avanzata da USB, CGIL e CISAL, l’amministrazione paga pegno ai sindacati “di fiducia”. Non sfugge, infatti, ad un occhio attento, che tra i 58 passaggi previsti per la direzione generale ci sia una parente stretta del segretario generale di un noto sindacato “caraibico”, oppure l’astro nascente del sindacato che ha garantito la “coesione sociale” anche all’INPS, oppure ancora l’autista di un alto papavero dell’ente. E pazienza se tra i beneficiati ci sono pure lavoratori normali, senza santi in paradiso, o addirittura un delegato RSU dell’USB. Sono incidenti di percorso che giustificano e legittimano l’impresa.

Il nostro delegato ha sempre saputo come la pensavamo sulla ripartizione dei passaggi tra le diverse regioni ed ha condiviso e sostenuto la richiesta di assegnarli in modo proporzionale agli iniziali 710. Per questo oggi a testa alta possiamo respingere la decisione dell’amministrazione e affermare che per noi non finisce qui. Lo strappo consumato con il territorio, con quelle regioni umiliate dall’assegnazione di un solo passaggio sarà difficile da ricucire per l’amministrazione e per quei sindacati che hanno sollecitato e sostenuto quella scelta senza avere il coraggio di uscire allo scoperto e di mettere la propria firma sotto un accordo. Da codardi, hanno lasciato che fosse l’amministrazione a fare la parte del padrone cattivo.

Certo, i lavoratori che hanno ottenuto il passaggio non hanno colpe e a loro deve essere garantito rispetto, ma chi invece ha responsabilità deve pagare. Va data una risposta immediata convocando un’assemblea nazionale in direzione generale e portando la protesta nei territori, specialmente quelli irrisi con l’assegnazione di un solo passaggio.

Speriamo che le iniziative possano essere attuate unitariamente con CGIL e CISAL. Tuttavia non siamo disposti ad essere uniti al centro e verificare che nelle regioni, per esempio nel Lazio, CGIL e CISAL firmino accordi come quello sul front line che modifica, di fatto, l’orario di lavoro, amplia l’apertura pomeridiana degli sportelli e prefigura nuove indennità (responsabili di sala e consulenti). Unità sì, ma nella chiarezza.