Ci sono sindacati che nel tempo si sono specializzati nel contenzioso giudiziario e in quello trovano la loro unica ragione di vita. Un sindacato del genere è la Confasl-Unsa, che ha raccolto una parte dell’UGL che si è spaccata per litigi interni. I delegati Confsal dell’INPS sono, di fatto, quelli che in precedenza erano nell’UGL.
In previsione delle RSU 2018 quel sindacato, che nell’Istituto ha assorbito quasi al completo i pochi iscritti dell’UGL, cerca di accreditarsi scoprendo l’acqua calda e pure a scoppio ritardato. Solo ora, infatti, i delegati che militavano nell’UGL scoprono che il contratto integrativo sottoscritto da CGIL-CISL-UIL-CISAL nel 2015 prevedeva che in caso di passaggio al livello economico superiore si potesse decurtare del 70% solo la quota d’incremento del TEP stabilita con lo stesso accordo. In pratica il 70% di un importo che variava da 45 a 55 euro a seconda del livello economico. Pochi spiccioli, quindi, a carico del lavoratore e gran parte del costo del passaggio a carico del Fondo della produttività.
Quando nel 2016 sono state riattivate le selezioni interne, CGIL-CISL-UIL-CISAL si sono trovate di fronte alla cavolata che avevano sottoscritto e che avrebbe impedito di ottenere un consistente numero di passaggi per i costi molto sostenuti che avrebbe dovuto sopportare il Fondo. Così il 12 aprile 2017 CGIL-CISL-UIL-CISAL hanno sottoscritto un verbale d’interpretazione autentica che ha ripristinato la precedente modalità di riassorbimento del TEP (70% a carico del lavoratore), per permettere l’effettuazione dei passaggi. Commentando la cosa nel nostro comunicato N. 26 del 13 aprile 2017 parlammo di sindacati che avevano in precedenza “illuso” i lavoratori su un modesto riassorbimento del TEP. Anche noi sottoscrivemmo il verbale relativo al 2017, anno in cui siamo tornati a firmare un contratto integrativo, ma come presa d’atto di quanto modificato dagli altri negli anni precedenti.
Ora la Confsal-Unsa paventa un ricorso di massa contro il riassorbimento effettuato dall’amministrazione in occasione dei passaggi 2016, che interesserà anche quanti otterranno il passaggio con decorrenza gennaio 2017. La Confsal-Unsa cerca di solleticare gli egoismi di chi è passato nel 2016 paventando un’azione legale. Lo affermiamo con chiarezza e senza mezzi termini: se si avvia un ricorso giudiziario i passaggi 2017 sono immediatamente a rischio e salta l’intero progetto che ci ha visto tra i protagonisti di una stagione che ha permesso la ripresa delle selezioni dopo anni di blocco. Dov’erano allora quei delegati che oggi si scandalizzano? Perché non si sono fatti sentire in quel momento? Se fosse passata la linea del riassorbimento del 70% della sola quota di maggiorazione del TEP (come era scritto nel contratto integrativo 2015) non ci sarebbero state risorse sufficienti per tutti e probabilmente neanche per tutti quelli che sono già passati nel 2016.
Invitiamo le colleghe e i colleghi a ragionare nell’interesse generale. CGIL-CISL-UIL-CISAL avevano sottoscritto una cavolata che fortunatamente è stata successivamente corretta. In questo momento, poi, di tutto c’è bisogno meno che di alzare un polverone sui passaggi interni, nel momento in cui il contratto integrativo 2017 ancora non è tornato approvato dai ministeri vigilanti.
Se si vuole essere protagonisti si lotti per un contratto collettivo che riconosca ai lavoratori un cospicuo aumento, almeno in linea con il recupero dell’inflazione maturata nel periodo di blocco della contrattazione e con quanto non erogato negli anni tra il 2010 e il 2017.
USB chiede 300 euro di aumento uguale per tutti, l’Area unica amministrativa e la riduzione a 32 ore dell’orario di lavoro settimanale a parità di retribuzione.
La Confsal, invece, il 1° dicembre 2016 è corsa a firmare il protocollo sottoscritto il 30 novembre da CGIL-CISL-UIL, che prevede 85 euro di aumento medio, la valutazione individuale, il sostegno alla previdenza complementare e il welfare contrattuale, vale a dire servizi sostitutivi dell’incremento salariale. Ecco chi è la Confsal-Unsa. Basta con i sindacati fintamente autonomi che fanno le stesse scelte di CGIL-CISL-UIL.
12 OTTOBRE 2017
MANIFESTAZIONE NAZIONALE ALL’ARAN
ORE 11 VIA DEL CORSO 476 ROMA
Per favorire la partecipazione è stata convocata un’assemblea nazionale esterna.
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