Le ultime dichiarazioni di Mario Monti, intrise di arroganza e presunzione, e l'insistenza nel colpire il mondo del lavoro, dimostrano che il ‘governo dei tecnici’ non è altro che uno strumento per far passare ciò che aziende, banche e finanza, appoggiate da gran parte dei partiti italiani, hanno sempre richiesto e auspicato e non hanno mai avuto il coraggio di deliberare.
Se il ricatto è: ‘o si fa come dice Monti oppure il governo va a casa e si va a votare’, la scelta deve essere chiara e senza fraintendimenti. Che Monti, Fornero, Passera e il resto della compagnia lascino la partita e si vada immediatamente alle urne.
L'obiettivo non è, e non può essere soltanto, il mantenimento di alcune tutele dell'articolo 18. Ciò che non funziona è l'intero impianto che il governo ha predisposto sul lavoro, sulle pensioni, sulla tassazione, sulle privatizzazioni e le liberalizzazioni.
La manifestazione del 31 marzo a Milano, indetta da USB, dal Comitato NO Debito e da tantissime altre sigle, organizzazioni, partiti e realtà che operano nel sociale, intende rappresentare il forte dissenso che si sta coagulando nel paese e tra i lavoratori rispetto al ‘modello Monti’.
La manifestazione che si svolgerà a Milano e che terminerà in Piazza Affari, simbolo della finanza e del capitalismo italiano, sarà un primo momento della mobilitazione che dovrà aumentare di intensità nei prossimi mesi.